Gabriella Pession, ora sono libera e decido io

Gabriella Pession, grandi occhi verdi e una vita di trasformazioni: per le tante donne di cui ha abitato l’anima ma anche per aver vissuto tra Italia e Stati Uniti, per la carriera di pattinatrice naufragata per un incidente a San Pietroburgo, perchè parla fluentemente quattro lingue… Quali sono stati in questo frullatore di emozioni i suoi punti fermi? ”Sono stati una conquista negli anni finchè mi sono sposata. Poi con mio marito irlandese (l’attore Richard Flood ndr) ho capito che il punto fermo per me sono gli affetti: mia madre, la mia famiglia, mio marito, mio figlio, sono loro la mia ancòra. Paradossalmente il matrimonio e la maternità mi hanno regalato una grande libertà. In un mercato così difficile ora ho il privilegio di non occuparmi dei miei vuoti e di sbocciare in maniera più creativa”, racconta in un’intervista all’ANSA.
Poi ora siete tornati a vivere in Italia: ”Eravamo da tre anni a Los Angeles, città difficile ma ero riuscita a starci dentro. Come l’ha presa mio marito? E’ lui in realtà il grande fautore del rientro in Italia! Poi sinceramente non volevo crescere mio figlio altrove. Qui ci si confronta con la storia, andiamo a vedere i musei, c’è un senso di continuità con l’antico”. A proposito di antico…lei vestirà i panni di una patrizia romana, Antonia in Those about to die, la serie kolossal che si gira a Cinecittà: ”E’ un progetto meraviglioso con Anthony Hopkins, la prima serie con la regia di Roland Emmerich. Antonia è una politica spietata, una schiacciante manipolatrice, una intelligenza femminile superiore. Mi ispiro leggendo le biografie, da Agrippina a Poppea. Erano donne forti, addirittura scioccanti, perchè molto moderne e libere dal punto di vista sessuale. Avevano una cura della persona esagerata, con parrucche e vestiti colorati. Mi interessa molto questa coesistenza tra spietatezza e femminilità senza regole etiche nella ricerca del piacere”.
E Gabriella Pession che rapporto ha con il suo aspetto fisico? ”In evoluzione negli anni direi. Ora sono tranquilla, non sono più in gara con la perfezione dei canoni anni 80-90, quelli delle modelle anoressiche di quando ero una ragazzina. Adesso c’è una maggiore accettazione della donna nelle sue tante espressioni e l’età se presa nel modo giusto, può dare più libertà. Poi noi attrici accettando la sfida con il tempo forse riusciremo anche a non essere messe al palo”. Lei che viene da Los Angeles cosa ne pensa delle parole di Favino sulla scarsa attenzione del cinema Usa per gli italiani? ”E’ vero ha ragione, però ci vuole padronanza della lingua per un ruolo internazionale e in Italia non tutti ce l’hanno. Oramai il mercato è globale”. E aggiunge: ”enorme è valore del cinema e degli attori italiani. Da quando siamo tornati ci stiamo rivendendo tutti i grandi classici: Accattone, Ladri di biciclette, poi Gian Maria Volontè…nessuno al mondo come lui”. Presto la vedremo al cinema in due commedie. ”La prima che ho girato si chiama La seconda chance di Umberto Carteni con Max Giusti (”sul tema dell’incomunicabilità tra genitori e figli”). La seconda è Una commedia pericolosa, di Alessandro Pondi, con Enrico Brignano, e ancora non hanno una data di uscita. Poi c’è il teatro: ho acquistato i diritti di The beauty queen of Leenane, opera del regista premio Oscar Martin McDonagh, per un adattamento italiano. E’ un capolavoro, una black comedy molto accesa e violenta, poetica. Parla del rapporto tra una madre settantenne e una figlia di 40 anni. Saremo a teatro tra gennaio e febbraio. Sono i miei primi passi imprenditoriali”. Perchè questa decisione? ”Perchè non mi arrivavano le cose che mi piacevano. Nel silenzio del covid mi è venuta l’idea di andarle a cercare. E’ molto comune in America per gli attori, dopo aver fatto palestra, di provare a fare altro. Rimanere impacchettati nei ruoli è una cosa molto italiana. Io inseguo cose buone, inseguo il desiderio di provare a fare altro…magari non va in porto. Sono sempre stata intraprendente, sono ambidestra, creativa e pragmatica nello stesso tempo”. Con questo talento dell’essere ambidestra ora prova anche a fare tutto da sola? ”Si vero, sto provando a scrivere un progetto sul pattinaggio, una serie. Questo sport era il sogno della mia vita e rimane ancora una fittina nel mio cuore”.
E poi… ”Si un’altra serie, qui più avanzata, nata per mia volontà e di cui sarò anche protagonista. E’ la storia di una donna single a 40 anni, come tante mie amiche, che hanno accettato di essere sole e di vivere con il gatto. L’idea di partenza mi è venuta mentre ero a Los Angeles, si tratta di un dramedy con altre tre coautrici. Il racconto si estende ad una comunità che cerca il proprio posto al mondo, una società narcisistica in cui si capisce che quello che conta sono solo gli affetti. La protagonista si troverà ad occuparsi di tre bambini piccoli. Mamma non mamma, questo il titolo solo provvisorio, siamo in fase avanzata di sceneggiatura, sarà una serie per la Rai con Endemol”. Ma di cosa ha paura Gabriella Pession? ”Prima avevo paura della solitudine, del vuoto siderale. Oggi di perdere il mio centro, di andare fuori dei binari. Ma la paura più grande mi viene quando vado a dormire e mi chiedo che mondo avrà mio figlio, da mamma è un pensiero insopportabile”.


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