Garlasco, misteri nell’omicidio Chiara Poggi, tra ricatti e toerie oscure: sesso, video hard, ombre di pedofilia e suicidi sospetti all’ombra del Santuario della Bozzola

Il caso di Garlasco, da sempre al centro di ipotesi alternative e teorie parallele al processo, torna a far parlare di sé per un intreccio che va oltre l’omicidio di Chiara Poggi. Sotto i riflettori finisce il Santuario della Bozzola, luogo religioso della Lomellina, attorno al quale negli anni si sono accumulati racconti, sospetti, scandali e vicende mai chiarite.

L’attenzione si è riaccesa recentemente con le parole dell’avvocato Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio (figura secondaria nel caso Chiara Poggi), che ha evocato scenari legati a un possibile “sicario”, a mandanti legati alla Chiesa, e a segreti che la giovane vittima avrebbe potuto conoscere. Nessuna prova concreta, ma una narrazione che attinge a una lunga storia di voci, episodi oscuri e scandali locali che hanno coinvolto direttamente o indirettamente il santuario.

A contribuire alla costruzione di questo clima è soprattutto il caso che nel 2014 ha travolto padre Gregorio Vitali, rettore del santuario per oltre vent’anni. Il sacerdote è stato vittima di un’estorsione da parte di due cittadini romeni, Flavius Savu e Florin Tanasie, arrestati nel cortile della curia di Vigevano dopo il sequestro di 250mila euro pagati per impedire la diffusione di video e audio a sfondo sessuale che avrebbero coinvolto lo stesso don Vitali. L’episodio ha avuto un forte impatto sull’immagine del santuario, contribuendo a diffondere sospetti e a rafforzare teorie alternative. Don Gregorio ha successivamente lasciato lo stato clericale.

Il contesto attorno alla Bozzola si era già indebolito all’inizio degli anni Duemila, quando emerse il caso di una fonte “miracolosa” situata a pochi metri dal santuario. L’acqua, in realtà, risultò contaminata da diserbanti agricoli, ma per mesi centinaia di fedeli si erano radunati con bottiglie per raccoglierla, convinti delle sue presunte proprietà curative. Nel frattempo, le celebrazioni e i momenti di preghiera pubblica condotti dal rettore – secondo i racconti di alcuni residenti – avevano assunto toni assimilabili a esorcismi, attirando ulteriore attenzione mediatica.

Nel tempo, le cronache della Lomellina si sono arricchite anche di altri episodi: suicidi sospetti, accuse di pedofilia mai confermate, e una presunta rete di potere e silenzi, mai dimostrata ma spesso evocata nei dibattiti locali. Il santuario è diventato così il simbolo di una zona dove religione, mistero e scandalo si intrecciano, creando un contesto fertile per ogni tipo di narrazione.

Oggi, le teorie più estreme – come quella del “segreto da proteggere a tutti i costi”, della “verità insabbiata” o del “colpevole manovrato” – vengono alimentate da questi elementi: un intreccio di fatti reali, voci mai confermate e suggestioni, che trovano terreno fertile nella storia turbolenta del territorio.

Nonostante la mancanza di prove che colleghino direttamente queste vicende al delitto Poggi, il caso continua ad attrarre curiosi, opinionisti e teorizzatori. E il Santuario della Bozzola, con la sua storia religiosa e i suoi scandali, resta sullo sfondo come simbolo di un mistero che, per molti, non si è ancora chiuso.