Garlasco, omicidio Chiara Poggi. Gli inquirenti passano al setaccio la “spazzatura” della villetta dell’orrore

A quasi diciotto anni dal delitto di Chiara Poggi, l’attenzione degli inquirenti torna su alcuni reperti conservati e sulla spazzatura raccolta dalla casa della vittima, per cercare nuovi elementi utili alle indagini. Nel secondo giorno dell’incidente probatorio, svolto negli uffici della Scientifica della Questura di Milano, sono state analizzate le condizioni di un grosso scatolone contenente materiale sequestrato otto mesi dopo l’omicidio avvenuto il 13 agosto 2007.

Luciano Garofano, ex comandante dei Ris e oggi consulente della difesa di Andrea Sempio, uno degli indagati nella nuova inchiesta, ha spiegato che i reperti all’interno dello scatolone, tra cui anche rifiuti come vasetti di Fruttolo e involucri di biscotti, si sono conservati in buono stato, risultando asciutti e non deteriorati. Questi oggetti potrebbero offrire tracce di materiale biologico utili ad approfondire le analisi.

Durante l’incidente probatorio, sono stati esaminati 30 fogli di acetato sui quali erano raccolte impronte digitali: tutte sono risultate negative per la presenza di sangue. Restano da visionare quattro fogli, il cui esame è stato interrotto a causa di un blackout verificatosi nella Questura e nell’area circostante.

L’avvocata Angela Taccia, difensore di Sempio, si è mostrata fiduciosa, sottolineando come il suo assistito abbia più volte ribadito di non essere stato presente in quella casa il giorno del delitto. Ha però evidenziato un problema tecnico-procedurale: l’unico documento relativo al sequestro è il verbale della Polizia giudiziaria, ma manca quello redatto da un pubblico ministero, circostanza che potrebbe avere ripercussioni sulla validità delle prove raccolte.

Tra i reperti oggetto di particolare attenzione vi è anche un frammento di tappetino da bagno macchiato da una traccia di sangue attribuita alla scarpa dell’assassino, oltre a diversi oggetti di uso quotidiano rinvenuti nella casa.

L’ex generale Garofano ha riferito che le analisi sono tuttora in corso: dopo il completamento delle campionature sui fogli di acetato, si procederà con le verifiche più approfondite presso il Fatebenefratelli, dove si eseguiranno anche i test sul DNA rinvenuto sotto le unghie della vittima, attribuito ad Andrea Sempio.

La difesa di Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della vittima e condannato a 16 anni, ha richiesto nuovi accertamenti su una traccia in particolare, la numero 10, che pur risultando negativa per il sangue, potrebbe riservare ulteriori sorprese.

Il legale della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, ha espresso cautela, ricordando che i reperti hanno ormai diciotto anni, ma ha apprezzato la serietà e l’accuratezza con cui stanno procedendo le indagini, sottolineando il valore del confronto in contraddittorio e della presenza di un perito terzo a garantire trasparenza.

Le operazioni di analisi e campionamento proseguiranno nei prossimi mesi, con l’obiettivo di completare entro l’estate le fasi preliminari di questa nuova tranche investigativa.