Garlasco, omicidio Chiara Poggi. Nuove analisi sulle impronte del delitto Poggi. A Zurigo arrestato il latitante dei ricatti

Il percorso di verità sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, continua a muoversi tra laboratori scientifici e aule di giustizia. Oggi, alla sede della polizia scientifica di Milano, è iniziato l’incidente probatorio dedicato all’analisi dattiloscopica dei reperti rimasti finora senza piena interpretazione. Si tratta dell’ultimo incarico affidato dagli inquirenti al perito Domenico Marchigiani.

Impronte nella spazzatura e sui fogli di acetato

L’attenzione è rivolta a materiali apparentemente comuni ma che potrebbero ancora svelare tracce di verità: un’etichetta di Estathé, sacchetti di biscotti e cereali e un sacchetto dei rifiuti. Già esaminati in passato dal punto di vista genetico, oggi sono riaperti alla ricerca di “impronte latenti”. Lo stesso perito sarà impegnato anche nell’esame dei fogli di acetato con segnali digitali mai attribuiti a nessuno.

A partecipare all’incidente probatorio, oltre alla Procura di Pavia e alla famiglia Poggi, anche Alberto Stasi ? condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione ? in qualità di “persona interessata all’assunzione della prova”. Le verifiche arrivano dopo che l’altro perito incaricato, la genetista Denise Albani, ha già concluso il proprio lavoro: su quei reperti restano solo il Dna della stessa vittima e quello di Stasi, senza nuove tracce utili.

L’arresto del latitante Savu

In parallelo, le cronache si intrecciano con un altro volto noto di Garlasco: a Zurigo è stato catturato Flavius Savu, 43 anni, il latitante condannato nel 2018 per le estorsioni a sfondo sessuale che travolsero il santuario della Bozzola. Nei mesi scorsi, dalla sua latitanza, aveva tentato di accendere i riflettori sostenendo davanti alle telecamere che l’omicidio Poggi fosse collegato a quegli scandali, in un intreccio definito dagli inquirenti privo di riscontri.

Savu deve ancora scontare circa quattro anni di condanna in Italia. Una volta estradato, la Procura potrà ascoltarlo: il suo nome torna dunque a planare sull’inchiesta, anche se le sue dichiarazioni restano al momento più vicine a teorie suggestive che a elementi probatori.

Attesa e memoria

A diciotto anni dall’omicidio, la comunità di Garlasco continua a cercare risposte definitive a troppe domande rimaste sospese. Oggi la scena è nelle mani degli esperti della Scientifica e dei magistrati pavesi, che tentano di far parlare ancora la carta, la plastica e i segni impressi dal tempo. In silenzio, la memoria di Chiara Poggi reclama verità piena, tra nuovi accertamenti e voci che dall’ombra cercano spazio.