Garlasco, omicidio di Chiara Poggi: il mistero oltre le suggestioni mediatiche, tra nuove indagini e prove scientifiche

Le recenti indagini sulla morte di Chiara Poggi, avviate dalla Procura di Pavia sotto la guida del procuratore Fabio Napoleone, si allontanano dalle ipotesi sensazionalistiche che spesso affollano i rotocalchi e i programmi televisivi. Come raccontato da Cesare Giuzzi sul Corriere.it, la vicenda – segnata da anni di dibattito pubblico e teorie controverse – torna a concentrarsi su elementi concreti e scientifici, lontano dai clamori e dalle ricostruzioni emozionali.

Le accuse di collegare l’omicidio a presunti casi di pedofilia nel Santuario della Bozzola, avanzate dalla difesa di Andrea Sempio, restano senza prove certe, e le autorità preferiscono non farsi distrarre da ipotesi speculative. La priorità delle nuove indagini, condotte dall’aggiunto Stefano Civardi e dalle pubbliche ministeresse Valentina De Stefano e Giuliana Rizza, è ora la verifica delle prove tecniche, tra cui l’analisi del Dna rilevato sotto le unghie della vittima e la revisione delle impronte digitali su paradesive e altri reperti mai approfonditi prima.

L’incidente probatorio su queste tracce biologiche è fissato a breve, con la possibilità che si proceda anche a tamponi genetici su ulteriori soggetti per ampliarne il confronto. Tuttavia, come sottolinea l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Sempio, la difesa resta scettica sulla possibilità di ottenere nuovi elementi rilevanti dalle indagini in corso.

Parallelamente, gli inquirenti stanno approfondendo l’impronta di Sempio rinvenuta sulle scale della casa di via Pascoli, dove è stato trovato il corpo di Chiara. Vengono inoltre riesaminati i tabulati telefonici dell’epoca, così come il traffico delle celle telefoniche registrate quel tragico 13 agosto 2007 a Garlasco. In particolare, emergono interrogativi sulle tre chiamate effettuate da Sempio a Chiara poco prima dell’omicidio e su una telefonata “misteriosa” segnalata da Stefania Cappa, cugina della vittima, che ha dichiarato di aver contattato Chiara la mattina del 12 agosto. La donna, pur essendo estranea alle indagini, ha fornito versioni diverse negli interrogatori, affermando di aver parlato con la cugina in orari vaghi e senza notare nulla di anomalo. Tuttavia, i tabulati telefonici finora acquisiti dagli investigatori non mostrano traccia di questa chiamata.

Nonostante ciò, si registra una lacuna importante: i dati telefonici del fratello di Chiara, Marco, amico di Sempio e oggi indagato, non furono mai acquisiti durante le prime fasi investigative, a differenza di quelli dei genitori della ragazza.

Questa ricostruzione, riportata da Cesare Giuzzi sul Corriere.it, evidenzia come il percorso verso una verità processuale su uno dei casi più discussi degli ultimi anni rimanga complesso e ancora aperto, ma si fondi ora su elementi più solidi e meno soggetti a interpretazioni superficiali o emotive.