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  • Gaza, Hamas offre rilascio alcuni ostaggi in cambio di tregua. Israele non accetta

    Esercito israeliano pronto all’operazione di terra. Il valico di Rafah resta chiuso: situazione “instabile”. Idf colpiscono obiettivi di Hamas sulla Striscia ed Hezbollah in Libano. Razzi su Sderot.?Nella Striscia morti salgono a 4.137 con oltre 13.000 feriti

    Hamas ha offerto il rilascio di alcuni ostaggi in cambio di una tregua. Ma fino a ora Israele non ha accettato. Lo rende noto la Bbc, citando fonti. Non ci sono tuttavia conferme ufficiali dei risultati dei negoziati in cui sono impegnati mediatori internazionali. Hamas inoltre non avrebbe in mano tutti gli ostaggi. Alcuni sarebbero in mano ad altri gruppi.

    Secondo le Forze di Difesa Israeliane (Idf), la maggior parte dei civili che sono stati presi in ostaggio da Hamas sono vivi. Una ventina di ostaggi hanno meno di 18 anni, mentre 10-20 di loro hanno più di 60 anni. Sale intanto a 4.137 morti e oltre 13.000 feriti a Gaza

    “Decisa operazione di terra”

    Israele pronto a lanciare l’operazione di terra nella Striscia di Gaza contro Hamas dopo l’attacco del 7 ottobre. Mentre il valico di Rafah per fare entrare gli aiuti umanitari è ancora chiuso, le notizie sulla guerra di oggi, 20 ottobre 2023, parlano di raid aerei contro la Striscia a ritmi “che non si vedeva da decenni”.

    Secondo l’ambasciatore israeliano in Russia Alexander Ben Zvi, “la decisione di lanciare l’operazione di terra nella Striscia di Gaza è stata presa. Fa parte dell’adempimento dei nostri compiti, di cui abbiamo già parlato. Si tratta della distruzione di tutte le strutture terroristiche di Hamas e del rilascio degli ostaggi. Senza utilizzare anche un’operazione di terra, questo non può essere fatto, quindi possiamo dire che tale decisione è stata presa”.

    Senza specificare il possibile momento dell’inizio dell’operazione di terra, Ben Zvi ha aggiunto che “non dobbiamo dimenticare che abbiamo più di 1.400 persone uccise. Dobbiamo fermare tutto questo, dobbiamo risolvere questo problema”.

    Ucciso miliziano Hamas che ha attaccato Israele

    Oltre cento obiettivi di Hamas nella Striscia sono stati colpiti la scorsa notte. “Distrutti pozzi, tunnel, depositi di munizioni e decine di quartier generali operativi”, si legge in un tweet dell’Idf. ”Durante gli attacchi, l’Idf e lo Shin Bet hanno eliminato un terrorista che era nella forza navale dell’organizzazione terroristica Hamas”, prosegue il post. Si tratta di Amjad Majed Muhammad Abu Odeh che ”ha preso parte al massacro di civili israeliani nel sud di Israele“. Inoltre ”sono stati distrutti armi e beni dei terroristi che si trovavano nella moschea del quartiere di Jabaliya che veniva usata come punto di osservazione per i terroristi di Hamas”.

    Gaza, oltre 4100 morti e 13mila feriti

    E’ salito a 4137 il numero dei palestinesi rimasti uccisi nei raid aerei lanciati da Israele sulla Striscia di Gaza dopo i terribili attacchi di Hamas del 7 ottobre. Lo rende noto il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas. Secondo queste stime il feriti sono circa 13mila.

    Valico Rafah resta chiuso, situazione “instabile” e “problemi organizzativi”

     Resterà chiuso intanto il valico di Rafah tra l’Egitto e la Striscia di Gaza, che oggi sarebbe dovuto essere riaperto per il passaggio degli aiuti umanitari alla popolazione dell’enclave palestinese. Lo riferisce la Cnn citando fonti americane ben informate e secondo le quali la situazione al confine resta ”instabile”. Sono una ventina i camion con aiuti umanitari che oggi sarebbero dovuti entrare nella Striscia di Gaza, ma “non scommetterei soldi sui camion che transiteranno domani”, ha detto una fonte citata dalla Cnn.

    “Ci sono problemi organizzativi” per l’apertura del valico di Rafah e ”mi auguro che tutti insieme si possa lavorare per far uscire anche i nostri 12-15 italiani che sono nella Striscia di Gaza. Potrebbero passare attraverso il valico di Rafah insieme ad altri occidentali e far contemporaneamente arrivare alla popolazione civile gli aiuti umanitari”, ha intanto dichiarato a Tunisi il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. ”Vediamo quali saranno i tempi” per l’apertura del valico, ha sottolineato il ministro, spiegando che ”serve un accordo tra israeliani ed egiziani per far arrivare gli aiuti umanitari”.

    Guterres a Rafah

    In visita al lato egiziano del valico di Rafah, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres ha sottolineato “l’assoluta necessità che i camion di aiuti il prima possibile e nel maggior numero possibile”. “Abbiamo visto da questo lato della frontiera molti camion carichi di aiuti – ha detto, sollecitando “uno sforzo sostenuto” – Questi non sono solo camion, sono un salvavita, la differenza tra la vita e la morte per tanta gente di Gaza”. Guterres, atterrato qualche ora prima nella penisola settentrionale del Sinai, ha dichiarato che è “impossibile” stare dall’altra parte del confine di Gaza e “non avere il cuore spezzato”. “Dietro questo muro ci sono due milioni di persone che soffrono enormemente; senza acqua, cibo, medicine o carburante”, ha detto, lamentando che “la popolazione continua a essere bombardata e ha bisogno di tutto per sopravvivere”.

    A Gaza 7 ospedali fuori uso

    Sette ospedali e 21 centri sanitari a Gaza sono “fuori servizio”. Lo afferma un portavoce del ministero della Salute nella Striscia, Ashraf Al-Qidra, come riporta la Cnn. Secondo il portavoce, 64 persone dello staff sanitario sono rimaste uccise nei bombardamenti israeliani dopo il terribile attacco del 7 ottobre di Hamas in Israele. “A causa delle violazioni israeliane, sette ospedali e 21 centri sanitari sono fuori servizio. Sono state uccise 64 persone del personale sanitario e sono state distrutte 23 ambulanze”, ha detto il portavoce.

    Suonano sirene in Israele, tensioni con il Libano. Razzi su Sderot

    Dopo una pausa di 11 ore, sono tornate a suonare le sirene di allarme per il lancio di razzi nelle località israeliane vicine alla Striscia di Gaza. L’allerta è scattata nelle zone di Mefalsim e Nir Am, già evacuate per motivi di sicurezza. Le autorità israeliane hanno deciso di evacuare la città di Kiryat Shmona, che si trova a soli due chilometri dal confine con il Libano. Colpi di mortaio dal Libano sono inoltre stati lanciati verso la regione contesa del Monte Dov, nell’area delle Fattorie di Shebaa, dove si trovano postazioni militari. Non vengono segnali feriti. Due razzi hanno colpito poi la città israeliana di Sderot a un chilometro dalla Striscia di Gaza, rende noto Haaretz. Non ci sono state vittime.

    Gaza, 17 morti in attacco a chiesa ortodossa

    Il ministro della Sanità palestinese Mai al-Kaila ha dichiarato che 17 persone sono state uccise in un attacco contro un complesso che ospitava una chiesa ortodossa a Gaza. In precedenza, il ministro dell’Informazione di Hamas a Gaza aveva dichiarato che Israele aveva colpito la chiesa e che decine di famiglie cristiane e musulmane che avevano abbandonato le loro case si erano rifugiate lì.

    “Pronti a difesa da attacchi Yemen”

    I militari israeliani affermano di essere pronti alla difesa in caso di attacchi da parte degli Houthi dello Yemen (miliziani sostenuti dall’Iran), dopo che un cacciatorpediniere Usa nel Mar Rosso settentrionale ha intercettato e abbattuto tre missili da crociera e diversi droni lanciati dallo Yemen, apparentemente in direzione di Israele. “Questo dimostra le capacità di difesa degli Usa e la loro abilità nel costruire un quadro della regione”, ha detto il portavoce Idf Hagari, sottolineando il contatto stretto che esiste tra le Idf e il Centcom. “Israele ha tra le difese aeree migliori al mondo – ha aggiunto nelle dichiarazioni riportate dal Times of Israel – ed è pronto ad affrontare minacce come queste”.

    Media: “Abbas ha rifiutato telefonata di Biden”

    Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas ha rifiutato una telefonata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden quando questi era in Israele mercoledì. Lo riferisce l’emittente televisiva israeliana Kan citando a condizione di anonimato una fonte palestinese di Ramallah. I funzionari dell’Amministrazione Biden hanno cercato di organizzare un colloquio telefonico tra i due leader, ma Abbas ha respinto la richiesta, afferma la fonte citata da Kan.

    Sunak oggi in Egitto

    Il primo ministro britannico Rishi Sunak è oggi in Egitto per incontrare il suo omologo e per sottolineare la necessità di ”prevenire una escalation” del conflitto israelo-palestinese nella regione. Ieri Sunak è stato in Israele e poi in Arabia Saudita. “In tutte queste conversazioni il primo ministro ha sottolineato l’imperativo di evitare un’escalation regionale e di prevenire ulteriori inutili perdite di vite civili”, ha aggiunto Downing Street.

    Razzi contro forze Usa in Iraq

    Sarebbe intanto finita nel mirino di un attacco la base militare che ospita forze e consiglieri Usa nei pressi dell’aeroporto internazionale della capitale irachena Baghdad. Secondo fonti della sicurezza citate dal sito di notizie iracheno Shafaq sono stati lanciati due razzi, uno dei quali sarebbe caduto nei pressi della base, mentre il secondo è stato intercettato dal sistema di difesa aerea C-Ram.

    Russia contro Usa: “Traggono vantaggio da guerre”

    Gli Stati Uniti traggono vantaggio dalle guerre in Ucraina e in Medioriente e il fatto che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden abbia parlato di ”investimento” per la sicurezza degli americani lo dimostra. Lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova su Telegram, commentando il passaggio del discorso alla nazione di Biden in cui definisce gli aiuti a Israele e all’Ucraina ”un investimento intelligente per la sicurezza di generazioni di americani”.

    Zakharova ha affermato che ”la chiamano ‘lotta per la libertà e la democrazia”’, ma ”ora si scopre che sono solo calcoli. E’ sempre stato così, hanno semplicemente ingannato il mondo usando valori che Washington non ha mai difeso veramente”. La portavoce del ministero degli Esteri russo afferma che si tratta quindi ”solo di affari” e ”le guerre sono state tradizionalmente ‘investimenti intelligenti’ per gli Stati Uniti poiché non hanno avuto luogo sul suolo americano e non si preoccupano dei costi sostenuti da altri”.

    “Cina pronta a coordinarsi con Russia per de-escalation della crisi”

    La Cina è intanto pronta a coordinarsi con la Russia e a mantenere la comunicazione aperta con il Cremlino per la de-escalation della crisi in Medioriente. Lo ha detto l’inviato speciale di Pechino per il Medioriente, Zhai Jun, citato dai media cinesi. ”La Cina e la Russia hanno la stessa posizione rispetto alla questione palestinese”, ha detto Zhai Jun che ieri, a Doha, ha avuto un incontro con il rappresentante speciale della Russia per il Medio Oriente e i paesi africani.

     

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