Il conflitto in Medio Oriente entra nel 670° giorno con una nuova impennata di tensione e dichiarazioni infuocate che minacciano di compromettere definitivamente ogni spiraglio di tregua. Il governo israeliano punta il dito contro alcuni Paesi occidentali, fra cui la Repubblica di San Marino, colpevoli – secondo Gerusalemme – di aver minato ogni possibilità di cessate il fuoco e di accordo sugli ostaggi con il riconoscimento unilaterale, o l’impegno a farlo a breve, dello Stato palestinese.
A lanciare l’accusa è stato il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar, intervenuto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. “Questi Paesi devono comprendere le conseguenze delle loro azioni“, ha dichiarato con fermezza. “Ho avvertito proprio da questo palco che riconoscere uno Stato palestinese virtuale avrebbe portato alla distruzione delle possibilità di raggiungere un accordo sugli ostaggi e sul cessate il fuoco. Questo è esattamente ciò che è accaduto“, ha affermato, attribuendo alle scelte diplomatiche internazionali la responsabilità diretta del fallimento delle trattative.

Verso l’occupazione totale della Striscia?
Le tensioni si sono ulteriormente acuite dopo la notizia che il premier israeliano Benjamin Netanyahu presenterà giovedì al governo la proposta di occupazione completa della Striscia di Gaza. Secondo fonti citate da Channel 12, la riunione ristretta tenutasi nel pomeriggio del 5 agosto ha messo in evidenza fratture all’interno della leadership israeliana, con posizioni divergenti tra il fronte politico e il capo di stato maggiore Eyal Zamir.
Nonostante le riserve militari, l’esercito israeliano – riferisce Ynet – ha intanto revocato lo stato d’emergenza bellica imposto dopo il 7 ottobre, ponendo fine all’estensione obbligatoria del servizio di riserva per i soldati di leva. Una decisione che porterà, nelle prossime settimane, a una riduzione dell’esercito regolare.
Netanyahu: “Hamas deve essere completamente sconfitto”
Il capo del governo israeliano non sembra intenzionato a fare concessioni. In una nota diffusa dal suo ufficio, Netanyahu ha ribadito la linea dura: “È necessario sconfiggere completamente Hamas a Gaza, liberare tutti i nostri ostaggi e garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele. Non abbandoneremo nessuna di queste missioni”.

L’Idf (Israel Defense Forces), dal canto suo, ha confermato di aver bombardato decine di obiettivi ritenuti terroristici nella Striscia. Il portavoce militare ha sottolineato che l’esercito è pronto ad attuare qualsiasi decisione sarà presa dal gabinetto di sicurezza politico-militare.
L’Onu: “Occupare Gaza sarebbe una catastrofe”
In parallelo, arriva l’allarme dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, che ha definito “una catastrofe” l’eventualità che Israele proceda con l’occupazione dell’intera Striscia di Gaza. Le implicazioni umanitarie, politiche e di sicurezza di tale scenario potrebbero travolgere gli equilibri già precari della regione e compromettere ulteriormente ogni tentativo di soluzione diplomatica.