Gheddafi e le centinaia di ragazze tra i 17 e i 35 anni

Per celebrare il secondo anniversario del trattato di amicizia Italia Libia, Gheddafi, giusto per far capire che i maschi non gli piacciono (di questi tempi la precisazione non è scontata), incarica l’agenzia Hostessweb di procurargli centinaia di ragazze di bella presenza tra i diciassette e i trentacinque anni. Come un padre amorevole che ama le figlie (ma solo quelle bellissime), decanta alle aspiranti pulzelle di Allah, le meraviglie dell’islam. Domenica ventinove agosto in un discorso di quasi due ore, rivela loro, che “non è vero che l’islam è contro le donne, e che anzi il Corano elogia continuamente il loro ruolo esortando gli uomini ad aiutare di più il genere femminile”. Poco importo che abbia tralasciato di precisare  che la legge e i maschi musulmani “castigano” le donne adultere, con la lapidazione o con getti di acido solforico sulla faccia. E poco importa che si sia “scordato” di puntualizzare che la religione del profeta Mohammed contempla pratiche come l’impiccagione e la decapitazione. Sta di fatto che, nonostante nel bel mezzo dell’apologetica peana pro islam, due hostess siano anzitempo fuggite inorridite, tre di loro sono state “miracolosamente” folgorate dalla magniloquenza dell’affascinante Gheddafi. Un qualsivoglia mago Casanova può arguire la delusione a cui andranno incontro le novelle “sottomesse” italiote nel momento in cui scopriranno di aver rivestito il ruolo di “utili idiote” al servizio dell’espansionismo islamico.  Espansione il cui “cannone” si chiama demografia, e i suoi “proiettili” si chiamano uteri. Tanto meglio se targati made in Europe.

Gianni Toffali  Verona