
(di Marzia Apice) (ANSA) – ROMA, 17 SET – GIANLUCA BARBERA, MAGELLANO E IL
TESORO DELLE MOLUCCHE (Rizzoli, pp.386, 16.50 euro). Una delle
storie più memorabili di tutti i tempi, piena di scoperte
incredibili ma anche di tradimenti e fatti terribili, da
ascoltare seduti in cerchio attorno al fuoco, pronti alla
meraviglia: è una lettura per ragazzi e per adulti che amano
l’avventura “Magellano e il tesoro delle Molucche”, scritto da
Gianluca Barbera e pubblicato da Rizzoli. A 500 anni dalla prima
circumnavigazione del globo terrestre (agosto 1519 – settembre
1522) guidata da Ferdinando Magellano, e conclusa – dopo la
morte di Magellano – da Juan Sebastián Elcano, l’autore torna su
quella epica impresa, raccontandola dal punto di vista di
Antonio Pigafetta, “vicentino di nascita, cittadino della nobile
Repubblica di Venezia, Cavaliere di Rodi, di professione
geografo e astronomo”, che scrisse un dettagliato diario di
viaggio e fu uno dei pochi a fare ritorno in Spagna a bordo
dell’unico veliero superstite. “Il resoconto di Pigafetta è
diventato nei secoli un modello per le narrazioni di viaggi,
anche per la sua grande capacità di descrivere. Lui si imbarcò
all’ultimo momento con lo spirito del viaggiatore contemporaneo,
per esplorare il mare, e incontrare altri popoli, proprio come
faremmo noi oggi. Per questo ho scelto il suo punto di vista”,
racconta all’ANSA Barbera. “Sono partito proprio dal resoconto
originale, e dai documenti e dalle relazioni di altri che su
quella spedizione si sono aggiunti nel tempo: è una storia che
sembra una tragedia shakespeariana, io ho aggiunto qualche
elemento di fantasia, per accrescere l’avventura e la curiosità,
migliorando la drammaturgia”, prosegue l’autore, “ma non ho
semplificato troppo il linguaggio, è un libro godibile anche
dagli adulti”. E senza dubbio il senso di avventura, così come i
colpi di scena e la magia dell’ignoto e della conoscenza,
dominano le pagine: nel Cinquecento, solcando un mare mai
navigato, il temerario Magellano (“un personaggio che nessuno ha
mai capito fino in fondo, quasi mosso da una specie di
misticismo”, dice Barbera) parte con lo scopo di trovare le
favolose Molucche, assicurando al re di Spagna di poterle
raggiungere seguendo una nuova rotta, senza doppiare l’Africa,
attraversando uno stretto (che oggi porta il suo nome).
Partirono in 300, ne tornarono solo 18: fu un viaggio
lunghissimo (testimoniato dal diario di bordo di Pigafetta),
durante il quale ci furono ammutinamenti da affrontare,
tempeste, mari ghiacciati, tribù bellicose. Magellano trovò la
morte ma l’impresa fu comunque portata a termine: le Molucche,
le “isole delle Spezie”, alla fine furono raggiunte, e si
dimostrò che la Terra è rotonda, senza più nessun dubbio a
riguardo. Nel libro grande enfasi è data alle scoperte
scientifiche che avvennero grazie a questa spedizione: una
risposta a complottisti e ‘terrapiattisti’? “Sì ci ho pensato.
Di certo questo libro ha in sé degli aspetti pedagogici, ridotti
comunque al minimo, perché non è una lezione. Ma le scoperte
scientifiche ci furono: la conferma che la Terra è rotonda,
innanzitutto, ma poi anche la possibilità di ridisegnare e
mettere in ordine le mappe che all’epoca erano tutte sbagliate”,
prosegue Barbera, “l’impresa di Magellano è paragonabile come
livello di avventura e imprevisti al viaggio sulla Luna: anche
lì sembrava tutto previsto e invece niente lo era”. Quale
potrebbe oggi essere un viaggio equivalente a quello di
Magellano? “Sulla terra ci sono ancora luoghi sconosciuti, ma di
certo è lo spazio il mondo da esplorare”, dice, “e ovviamente la
vita, che resta sempre un grande viaggio”. (ANSA).
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