Riferendosi all’emergenza immigrati e alla guerra in Libia, il Card. Bagnasco ha detto che “Tutta L’Europa, e non da oggi, è in debito con l’Africa”. Medesimo concetto espresso qualche anno fa da Gheddafi quando asserì che “le radici del terrorismo e della povertà sono riconducibili al periodo coloniale”. Seppur con motivazioni diverse, il primo per ragioni ignote, il secondo per ragioni economiche (spillare soldi all’Italia), entrambi sono arrivati alla conclusione che gli occidentali sono “cattivi” e gli africani “buoni”. Evidentemente la leggenda nera sul colonialismo insegnata nella scuola pubblica non ha plagiato solo i laici. La ministra Gelmini, dovrebbe licenziare in tronco quelle maestrine che diffondono dottrine autolesionistiche, ovvero il far credere ai ragazzi che il colonialismo sia stata la causa di tutti i mali che affliggono il continente africano. Semmai sarà vero il contrario: la decolonizzazione dell’Africa e dell’Asia ha impedito che i germi della democrazia, del progresso e dello sviluppo, volenti o nolenti portati dagli “invasori” europei, attecchissero in quei popoli che mai potettero assaporare i benefici delle libertà individuali, dei diritti civili e del libero mercato. Nessuno può mettere in dubbio che la civiltà occidentale, con i suoi fisiologici limiti antropologici e culturali (vedi per esempio il “diritto” all’aborto o la diffusione capillare dell’ideologia gay), sia di gran lunga superiore alla civiltà orientale ed in particolare islamica. Appare evidente che se le nazioni sottosviluppate o rette da regimi dittatoriali, vorranno uscire dalla condizione di arretratezza in cui versano, debbano imitare i deprecati paesi occidentali. Ma fintantoché si continuerà a non toccare il concetto di auto determinazione dei popoli (fatto salvo che il dittatore di turno sia laico ed anti integralista: Gheddafi docet!) su quelle povere terre i diritti umani rimarranno pie illusioni. Il risultato? Sempre più immigrati busseranno alla porta degli “infedeli”, ma ricchissimi vicini di casa. Con buona pace di buonisti, pacifisti ed anticoloniasti che amano gli immigrati nella misura in cui alloggiano alla Caritas o in casa altrui.
Gianni Toffali Verona