Gianni Toffali, Verona: situazione libica? tutto vero?

Che i media siano più interessati allo share che all’oggettività dell’informazione, è cosa ovvia. Ma che pur di raggiungere il target si giochi a chi la racconta più grossa, è invero riprovevole. Tutti gli organi di informazione nazionali ed internazionali stanno dipingendo Gheddafi come un malvagio senza scrupoli che ha fatto bombardare inermi cittadini, che ha passato alle armi centinaia di soldati “obiettori” e che ha ordinato stermini di massa e fosse comuni. Ma in Libia le cose stanno realmente così? A sentire un testimone che vive a Tripoli, si direbbe di no. Il vescovo veronese Giovanni Martinelli, vicario nella capitale, ha infatti pubblicamente dichiarato che “almeno a Tripoli, non c’è stato alcun bombardamento sulle folle, sulla Cattedrale e sull’aeroporto”. Inoltre ha testualmente affermato che “i mass media stanno ingrossando gli eventi in forma scandalosa. Bene, sono tutte bugie – ed ha infine aggiunto che – Gheddafi ha dato tanto alla Libia”. Che il colonnello sia una ridicola macchietta che non disdegna la violenza contro chi gli si oppone con le armi, è un dato incontestabile, ma di qui a dire che sia un folle criminale è tutto da dimostrare. Chi in questi giorni, dopo aver esaurito le cartucce marchiate Rudy, sta strumentalizzando le vicende libiche per infangare con nuova putrescente linfa Berlusconi, dovrebbe ricordarsi che Prodi, D’Alema e l’intero establishment progressista ricevettero Gheddafi, non molto diversamente dal capo del governo. Molti commentatori occidentali hanno manifestato  giubilo per le rivoluzioni libertarie innescate nei paesi orientali e con altrettanta esultanza ne attendono l’esito elettorale. Magdi Allam ha però affermato che “le libere elezioni nei paesi islamici, non corrispondono automaticamente alla democrazia sostanziale, ma sono soltanto la dimensione formalistica della democrazia. Nel caso delle rivolte popolari in Egitto, Tunisia e Libia stiamo commettendo l’errore di concepire aprioristicamente positiva la prospettiva dell’avvento al potere dei movimenti estremistici islamici anche se questo fosse il risultato delle libere elezioni”. Eppure, nonostante l’avvertimento, non solo di un ex musulmano che conosce la concezione politica e “democratica” dell’islam, ma di molti altri autorevoli conoscitori della mezza luna, i soloni dei palazzi di vetro stanno pensando ad un intervento armato per “liberare” la Libia. A complicare lo scenario mediorientale, dal Pakistan è giunta la notizia dell’omicidio del ministro cattolico delle minoranze Shabbaz Bhatti. Un altro omicidio perpetrato da chi per motivi “corano teologici” odia i cristiani e soprattutto non vuole separare la religione dalla cosa pubblica. Pertanto,  come non definire “utili idiote” quelle bombe che in nome dell’ingerenza umanitaria, se “pioveranno”, regaleranno ai veri registi della “rivoluzione”, che non sono i giovani apparsi in TV, bensì gli astuti fondamentalisti islamici che li manovrano,  le sorti del paese? E’ mai possibile che soli pochi osservatori si siano chiesti perché le sole “rivoluzioni” più o meno riuscite, si siano concretizzate unicamente nei paesi  laici moderati che al primo posto dei loro programmi avevano messo la lotta al radicalismo islamico? Se non per una mera questione di par condicio, perché i guerrafondai occidentali che vorrebbero colpire il tiranno laico, non hanno il coraggio di fare altrettanto con i ben peggiori regimi “confessionali” comunisti ed islamici di Cuba, Korea del Nord, Iran e Cina? E’ intelligente appoggiare rivoltosi armati fino ai denti (a proposito, chi li arma?) che usano la bandiera della laicità per ingannare gli allocchi occidentali al fine di realizzare l’inconfessato sogno di espansione islamica? Se c’è qualcuno che dorme (anzi,che se la ride sotto la kefiah)  non si chiama, né Bin Laden, né Al Qaeda e tantomeno i Fratelli Musulmani! La grande Fallaci ci aveva avvisato, ma evidentemente come dice il vangelo: dare le perle ai porci, o meglio, ai duri di comprendonio, non serve a nulla.

Gianni Toffali        Verona