
(ANSA) – ROMA, 23 GEN – Il premier giapponese Fumio Kishida
ha lanciato un allarme per il calo delle nascite nel suo paese,
denunciando che “il Giappone è al limite della possibilità di
continuare a funzionare come società” e invitando il Parlamento
ad agire “ora o mai più”.
Si stima, riporta la Bbc, che l’anno scorso il Giappone –
125 milioni di abitanti – abbia avuto meno di 800.000 nascite.
Negli anni ’70 la cifra era di oltre due milioni. I tassi di
natalità stanno rallentando in molti Paesi, compresi i vicini.
Ma il problema è particolarmente sentito in Giappone, poiché
negli ultimi decenni l’aspettativa di vita è aumentata, il che
significa che c’è un numero crescente di persone anziane e un
numero decrescente di lavoratori per sostenerle.
Secondo i dati della Banca Mondiale, il Giappone è il
secondo paese al mondo per numero di persone di età superiore ai
65 anni (circa il 28%), dopo il piccolo stato di Monaco.
“Concentrare l’attenzione sulle politiche relative all’infanzia
e all’educazione dei bambini è una questione che non può
aspettare e non può essere rimandata”, ha affermato Kishida
dichiarando la volontà del governo di raddoppiare la spesa per i
programmi legati all’infanzia. Ad aprile verrà istituita una
nuova agenzia governativa che si occuperà di questo tema.
I governi giapponesi hanno già cercato di promuovere
strategie simili in passato, senza successo. Nel 2020, i
ricercatori hanno previsto che la popolazione giapponese
scenderà da un picco di 128 milioni nel 2017 a meno di 53
milioni entro la fine del secolo.
Al tempo stesso il Giappone ha continuato ad applicare leggi
severe sull’immigrazione nonostante alcuni allentamenti, ma
alcuni esperti affermano che le regole dovrebbero essere
ulteriormente allentate per aiutare ad affrontare
l’invecchiamento della società. (ANSA).
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