
dal nostro inviato a Bari
Se esistesse un dpcm in grado di rivitalizzare l’economia, tipo scarica di adrenalina, nessuno esiterebbe a firmarlo. E nel Paese in cui un partito s’era convinto di aver abolito la povertà, magari c’è pure qualcuno che ci ha fatto un pensierino. Invece per ridare slancio al sistema Italia serve altro. Servono “un sogno e un progetto”, dice Nicola Porro, che su questi presupposti ha ideato la festa del sito nicolaporro.it, intitolata “La Ripartenza”. Ed eccolo il sogno: che politica e istituzioni si occupino meno degli affari, cioè del mercato, e molto più dei loro compiti naturali.
Di questo, e di quali strumenti la politica dovrà mettere in campo per rilanciare l’economia, hanno Porro, Alessandro Sallusti e Giancarlo Giorgetti nel meraviglioso scenario del teatro Petruzzelli di Bari. In diretta su ilGiornale.it, media partner del progetto, il ministro dello Sviluppo Economico ha indicato la rotta intrapresa dal governo Draghi.
Al centro dell’attenzione, la transizione ecologica di cui tanto si discute. Il ministro, capendo la “manovra geopolitica” che si nasconde dietro l’operazione “green” dell’Europa, lancia però “un grido di allarme”: nulla avviene gratis. O meglio: “Vogliamo scegliere quella strada? Avrà un prezzo”. Ci saranno delle conseguenze. Innanzitutto per l’industria dell’automotive, soprattutto dopo la decisione dell’Ue di cancellare diesel e benzina dal 2035. Ma anche per economia, consumatori e cittadini normali. “Se aumenta il costo dell’energia”, spiega Giorgetti, il rischio è di ritrovarsi delle bollette più pesanti. “In Cdm – aggiunge – abbiamo adottato un decreto legge che ne ha calmierato l’aumento, altrimenti ci avevano proposto un aumento del 17% delle bollette”.
C’è spazio anche per alcune curiosità su Mario Draghi, cui il leghista è sempre stato molto vicino. “Ci sono due dimensioni del premier – spiega – quella pubblica e quella privata. In quella privata è simpatico e molto affabile. Nella dimensione pubblica, anche in Cdm o con la Commissione Europea, quando parla lui gli altri stanno zitti e ascoltano. E penso sia una cosa imporatnte”. È poi un premier decisionista (“le nomine? le fa tutte lui”). E che sa farsi rispettare. Una cosa, però, Draghi non riuscirà probabilmente a realizzare: la riforma fiscale. “Sinceramente, non credo che ci sia il tempo per fare qualcosa di profondo- dice il ministro – Potrei dire il contrario ma direi qualcosa di non vero. Queste riforme implicano profondo ripensamento delle basi su cui si fonda l’economia, dalle tasse sui consumi a quelle sul lavoro”. Un accordo, invece, si troverà “per forza” sul passaporto vaccinale. Già si parla di un’introduzione a partire dal primo agosto, che significa limitazioni alla socialità per i non vaccinati. “Su questa questione io ho fatto riflessioni personali, e ne ho parlato anche con segretario del mio partito Salvini. Penso che il green pass sia giusto e utile per lo svago, le attività culturali, per andare allo stadio. Se vuoi andare in discoteca ci vai con quel documento”. Però, aggiunge Giorgetti, “trovo pericoloso vincolarlo a tutti i diritti di cittadinanza. Non va bene se vieni considerato un cittadino solo se hai il passaporto vaccinale. Lo trovo pericoloso”.
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