
Adesso è arrivato il momento di fare i conti. Non mi sta bene che la discussione politica di questi giorni sia tutta concentrata sulla black list. Ci siamo dentro, è indubitabile, come è indubitabile che lo scambio di informazioni sia lì, alla porta. Come è ormai evidente che la campagna elettorale del patto sulla credibilità dei personaggi fosse una vera e propria presa in giro. Come è altrettanto evidente che questo nostro paese non è nelle mani dei cittadini sovrani ma delle cricche di potere che decidono con chi allearsi e quando farlo per il proprio enorme tornaconto. OK. Questo dovrebbe essere chiaro. Allora, se mi va bene l’idea di un blocco politico/partitico che decide di muoversi compatto nei rapporti con l’Italia chiedendo di trattare con pari dignità (ammesso che ciò sia ancora possibile) non mi va bene che la questione interna, quella che più riguarda noi sammarinesi “normali”, sia lasciata così, nell’ignavia quasi generale, come se non contasse niente. Come se ognuno di noi non vedesse o non sapesse niente di questo paese, come se non sapessimo come sono andate le cose fin qui, come se non ci conoscessimo tutti. Noi ci conosciamo. Noi sappiamo. Quella benedetta riforma fiscale che Sinistra Unita ha invocato non so quante volte e che non è mai stata fatta, oggi sarebbe un servizio di legalità e giustizia per tutti i sammarinesi. Perché non è mai stato fatto un accertamento catastale? Perché questo governo non lo fa? I sacrifici? Li faremo tutti di sicuro, ma ne voglio vedere parecchi altri a sacrificarsi.