Si è concluso presso il Tribunale della Repubblica di San Marino il processo penale, in primo grado, a carico di Stefano De Biagi, titolare del minimarket situato all’interno del Garden, accusato di ricettazione per aver acquistato merce di provenienza furtiva. L’accusa, sostenuta dal Procuratore del Fisco avv. Manuela Albani, ha contestato all’imputato l’acquisto di alcolici e altri prodotti, per un valore stimato in diverse migliaia di euro, una cifra che la difesa ha invece ridimensionato a poche centinaia di euro. La merce era stata rubata il 28 agosto 2019 al supermercato Coal di Dogana e ad altri esercizi commerciali della zona, da due cittadini albanesi, coimputati nel procedimento.
Nel corso del procedimento, è stata dichiarata l’estinzione per prescrizione dei reati contestati ai due cittadini albanesi per i capi 1 e 3 dell’imputazione, relativi ai furti di alcolici e altri beni, commessi nell’agosto del 2019. Secondo quanto emerso, i due coimputati avrebbero agito in diversi esercizi commerciali della zona, sottraendo merce poi destinata alla rivendita.
L’avvocatura d’ufficio, rappresentata dagli avvocati Margherita Albertini e Alberto Giordano Spagni Reffi, ha chiesto e ottenuto la presa d’atto della prescrizione, in quanto il tempo trascorso dai fatti contestati aveva superato i termini previsti dalla legge. La prescrizione dei reati era già maturata prima che il procedimento fosse assegnato all’attuale Commissario della Legge.
L’attenzione si è dunque concentrata sulla posizione di De Biagi, chiamato a rispondere dell’accusa di ricettazione.
Secondo il Procuratore del Fisco, avv. Manuela Albani, l’imputato non poteva non sapere che la merce fosse di provenienza furtiva, viste le circostanze dell’acquisto e il prezzo particolarmente vantaggioso a cui gli era stata offerta. L’accusa ha ritenuto provata l’esistenza di un accordo tra le parti e ha sostenuto la scarsa credibilità della versione fornita dall’imputato, secondo cui egli avrebbe acquistato i prodotti senza sospettare alcunché. Il Procuratore del Fisco ha quindi richiesto la condanna a sei mesi di prigionia, dieci giorni di multa per un totale di 500 euro e un anno di interdizione dai pubblici uffici e dai diritti politici, ritenendo non sussistenti i presupposti per la sospensione condizionale della pena, alla luce dei precedenti dell’imputato.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Guido Saraceni, ha invece insistito sulla mancanza di prove concrete che dimostrassero la consapevolezza dell’imputato riguardo all’origine furtiva dei prodotti. L’avvocato ha sottolineato la collaborazione di De Biagi fin dall’inizio delle indagini e il fatto che i due coimputati non avessero mai lasciato intendere che la merce fosse stata rubata. Secondo la difesa, l’acquisto era avvenuto in un contesto di apparente normalità e senza che vi fossero elementi tali da destare sospetti sulla provenienza illecita della merce. La difesa ha quindi chiesto l’assoluzione per mancanza di prova certa sulla consapevolezza dell’illecito o, in subordine, l’assoluzione per insufficienza di prove.
Il Commissario della Legge ha emesso la sentenza di condanna nei confronti di Stefano De Biagi per il reato di ricettazione, rigettando la richiesta di assoluzione avanzata dalla difesa. La pena è stata confermata nei termini richiesti dal Procuratore del Fisco, con sei mesi di prigionia, dieci giorni di multa per un totale di 500 euro e un anno di interdizione dai pubblici uffici e dai diritti politici. Non è stata concessa la sospensione condizionale della pena, in considerazione dei precedenti penali dell’imputato. Probabile l’appello, anche in vista di una prossima prescrizione del reato.
Il Tribunale ha inoltre disposto il dissequestro della merce ancora vincolata, che verrà restituita ai legittimi proprietari, come identificati negli atti processuali, mentre i beni rimanenti saranno confiscati ai sensi dell’articolo 147, comma 1, del Codice Penale.