La corsa al Colle? Tutto già deciso, da tempo, almeno secondo Giuliano Ferrara. Che però, nel suo editoriale su Il Foglio, spiega che “solo il nome non si conosce, ma è la cosa meno importante”. Dunque l’Elefantino sottolinea come non sono più “i tempi di Gronchi, Segni, Saragat, Leone” e nemmeno “i tempi di Cossiga, Scalfaro, Ciampi o Napolitano”. Perché? Semplice: “Qui si decide, appunto, quello che è già deciso“. Ferrara ricorda come nella primavera del 2013, “con la formidabile cavalcata pazza di Berlusconi e la penosa disfatta di Bersani”, sul Colle “tutto si era bloccato, pagavamo il pegno della cacciata del capo del governo eletto dagli italiani nel 2008, di una crisi oscura e percepita come varco sull’apocalisse”.
Due novità – Ma dopo la rielezione di Napolitano, sono arrivate “due novità” soltanto “dopo la grottesca condanna per frode fiscale dell’Arcinemico del paese procuratizio”. E le due novità “si chiamanopatto del Nazareno e, in stretta correlazione, ascesa al potere di Renzi e stabile intesa tra i contraenti del patto per riforme importanti dell’assetto politico e costituzionale”. Secondo Ferrara, “una delle ragioni per cui Berlusconi fu alfine punito da una sezione feriale della Cassazione è che in quelle settimane di scacco e di impazzimento, tutti contro tutti,aveva chiesto due cose: la rielezione del presidente in carica e un governo di coalizione, e le aveva avute”.
Ferrara “estasiato” – Prosegue l’Elefantino: “E la ragione per cui Renzi sta costruendo una leadership credibile è nel fatto che questa cosa l’ha capita, non ha fatto finta di niente”. E ora, “il presidente della Repubblica, anche se ora il Cav fa giustamente il vanitoso di rango (…) saràovviamente scelto su proposta di Renzi, che sa come pelare le altre gatte che ha nel suo partito, e su conforme avviso del nazareniko Berlusconi”. Insomma, tutto già deciso, forse anche il nome, che però ancora non è noto. Ferrara conclude l’editoriale: “Sono tutti scandalizzati dal contatto tra le due figure del patto, io sono estasiato con ironia: la condizione umana perfetta”.