GI– USEPPE MARIA MORGANTI INTERPELLA SUL NUOVO CASINO’ DELLA REPUBBLICA

Gruppo dei Socialisti e dei Democratici – Interpellanza

Pare proprio che numerose forze che oggi compongono la maggioranza di governo si siano dimenticate di quanto pensavano fino a pochi mesi fa in relazione alla diffusione del gioco d’azzardo all’interno della Repubblica.
Una volta riconquistato faticosamente dalla mano pubblica, tale settore doveva continuare ad esercitare un ruolo in un alveo definito da regole che non lo trasformassero nella tipica forma dei casinò, ma che, nel rispetto dei principi dell’economicità della gestione, mettesse in primo piano un’azione rispetto ai rischi gravi determinati dall’espandersi delle patalogie che ruotano intorno al gioco sia a livello psicologico che dell’economia personale degli utenti.
In tal senso alcuni passi sono stati fatti in particolare rispetto all’assistenza psicologica ai giocatori, ma non è ancora emerso un chiaro segno distintivo che classifichi la Sala di Rovereta come esempio di ‘gioco assistito’ che potrebbe fare scuola nei confronti anche di altre esperienze.
Piuttosto il governo ha emanato un decreto che annulla i seppur limitati freni all’espandersi di tutti quei fattori che non solo possono attrarre un numero superiore di utenti, essendo questo un obiettivo accettabile, ma  inducono chi gioca a giocare di più.
Il decreto infatti, introduce parametri copiati dalla legislazione italiana rispetto alla durata del gioco, della puntata massima e delle percentuali di retrocessione delle giocate, ma nel contempo annulla il criterio della classificazione delle slot machine sulla base della tipologia del software.
In parole semplici sarà possibile installare nella sala della Giochi del Titano macchinette che riproducono esattamente le tipologie classiche del gioco d’azzardo, fra cui le roulette elettroniche, le slot classiche, i video poker, ecc., che approfittano di un apparato culturale radicato e fortemente sperimentato, nell’invito non solo a giocare di più, ma anche a rischiare di più, trasformando l’iniziativa sammarinese in un vero e proprio casinò moderno.
Ciò avviene senza alcuna riflessione di carattere politico e sociale, ma giustificando la necessità del rinnovo tecnologico degli impianti e del minor gettito per le casse dello Stato prodotto nell’ultimo anno.
In sintesi la scelta del casinò viene introdotta nel nostro Paese con un semplice decreto del governo, e ciò ovviamente comporterà, come è già stato preannunciato, lo spostamento della sede in locali già da tempo allestiti, per la necessità di svolgere attività collaterali sul modello dei casinò classici che associano iniziative culturali e dello spettacolo come attrattive specifiche per aver un numero superiore di clienti.
Sulla base di queste constatazioni, interpello il governo affinchè il Paese sappia qual è il progetto economico e culturale che intende perseguire con la creazione di un casinò elettronico, moderno e competitivo.
A tal fine chiedo che il governo si esprima:
1. sulla valutazione dei rischi di carattere culturale e sociale insiti nel progetto;
2. sulla valutazione delle conseguenze di immagine della Repubblica in particolare in realzione al posizionamento internazionale;
3. sulle conseguenze etiche dello sviluppo del gioco come elemento trainante di un’economia;
4. sui progetti di assistenza medica e economica a chi usufruisce dei ‘servizi’ che San Marino offrirà ai giocatori abituali;
5. sui limiti di accesso alla sala giochi da parte dei residenti e di coloro che vivono in un raggio di chilometri che rende il casinò di Stato rapidamente raggiungibile.

Giuseppe M. Morganti