Giusta la lotta alla ludopatia, ma sbagliato associare il gioco a dipendenze più gravi

Il proibizionismo dei governi, che hanno intrapreso una vera e propria crociata contro il gioco d’azzardo; le misure anticovid che colpiscono, in larga parte, gli operatori; i provvedimenti che mettono l’intero settore in ginocchio. Non è un ambiente fortunato, quello del gioco, soprattutto a causa degli innumerevoli pregiudizi che lo invadono e lo considerano solo alla stregua di una pericolosa dipendenza che necessita di essere curata.

Non bastano i tentativi fatti dai sociologi per spiegare come il gioco possa rappresentare un’occasione di incontro, di interazione sociale e di instaurazione di rapporti umani: il settore continua a subire forti critiche. In Italia, secondo quanto riporta l’Istituto Superiore di Sanità, i problemi sono legati a dipendenze ben più gravi e importanti di quella da gioco, e i numeri sono ancora allarmanti, soprattutto per i giovani. Ai primi posti si collocano, come di consuetudine, le dipendenze relative a fumo, droghe e alcool. Seguono le dipendenze da Social network, pornografia, shopping compulsivo e smartphone. Il primato, dunque, come si può vedere, è detenuto da stupefacenti, con droghe sia leggere che pesanti, quindi fumo e alcol. Il gioco d’azzardo, dunque, è ben lontano dall’avere cifre importanti. La ludopatia è quindi certamente tra le dipendenze, ma l’ISS ha spiegato come questa occupi l’ultimo posto dopo tabacco, droghe, doping alcol e disturbi del comportamento alimentare (come anoressia o bulimia: la maggioranza del  milione e mezzo di Italiani che ha un rapporto problematico con il gioco, soffre di altre dipendenze, come alcol o droghe. La lotta alle dipendenze da parte del Governo, però, sembra limitarsi alla ludopatia, quella meno preoccupante ed emergenziale, ma l’unica alla quale il Governo pare stia facendo la guerra.

Ma se da sempre si ritiene in tutte le sedi che la lotta alla ludopatia fosse non solo necessaria ma anche doverosa, quello che lascia perplessi, però, è il modo in cui siano state associate dipendenze che hanno ordini di grandezza anche di 10 volte. Riccardo Grassi, direttore di ricerca SWG, intervenendo alla tavola rotonda “Il gioco buono: un alleato contro l’illegalità”, presentando la ricerca “Da Grandi si Gioca”, come spiegato da Slot Mania, ha tentato di analizzare il modo in cui il gioco d’azzardo sia percepito dall’immaginario collettivo, e associato alle altre dipendenze, talvolta in maniera del tutto errata, sottolineando l’importanza di controlli severi e stringenti sul gioco illegale.