Giustizia abbietta … di Sergio Pizzolante

Una cabinovia cade. Tragedia immane, 14 morti, un bambino in fin di vita. Sta meglio, adesso, vai!
Questa tragedia non è già una cosa enorme, devastante? Vite spezzate, famiglie distrutte.
Un territorio ricco che diventa deserto.
Non è abbastanza? Non è già troppo?
No! Pm e media decidono che non è abbastanza.
Si alza alto il grido della vendetta. Del processo in piazza. In tutte le piazze.
Subito tre arresti. Con motivazioni “morali” abnormi: abbietta avidità.
La condanna preventiva. Lo scalpo. Si chiedono condanne veloci, eccezionali, epocali.
Un processo? No, cosa serve.
Lo scalpo va esibito subito nella piazza urlante.
È necessario l’arresto d’urgenza? Chi ha commesso il drammatico errore ha confessato. Poteva reiterare il reato? Scappare? No. Evidente.
E soprattutto gli altri due. Gestore e direttore.
Avidi! Abbietti! Per la Pm.
inconsapevoli, non colpevoli secondo il Giudice. Scarcerati.
Mostri o vittime? Anche loro.
I giornali, escluso la Stampa, che nei titoli nascondono lo schiaffone in faccia che prende la Pm che aveva ispirato i precedenti titoli.
Abbietti!
Mi chiedo, è giustizia questa?
Mi chiedo, fossi un parente di una delle vittime, mi sentirei meglio di fronte a questo spettacolo indecente? Vorrei la verità.
Ma è verità questa?
Fare spettacolo sui corpi delle persone?
Giustizia abbietta.
Sergio Pizzolante