Il Corriere della Sera parla dello strapotere antidemocratico delle Procure.
E parla anche di Palamara.
Il Corriere, il giornale cardine della “regola del tre” di Palamara, parla dello squilibrio dei poteri a favore delle Procure e dei danni conseguenti: eccesso di carcerazione preventiva, blocco della pubblica amministrazione, la paura e la sottomissione della politica verso i Pm, il freno agli investimenti, ect ect.
Lo fa con Ernesto Galli della Loggia. Dopo un lungo silenzio. Anzi, dopo aver fatto passare per un folle Palamara. Con Giovanni Bianconi. Capo della giudiziaria del Corriere.
Galli della Loggia dice molte cose giuste.
Non dice però una cosa importante: la stampa, i cosiddetti intellettuali come lui, sono stati( sono) complici delle Procure.
La regola del tre. Appunto.
Ricordo come funziona.
Un Pm, si mette d’accordo con un giornalista e il suo giornale o con più giornalisti e più giornali e con un partito. O più partiti. Quasi sempre gli stessi. E allora questa santa alleanza a tre diventa più potente del Parlamento e del Governo. E degli eletti che possono essere spazzati via. Con un avviso di garanzia e la gran cassa sui giornali complici.
E il Corriere, da Tangentopoli in poi, è stato a capo dei giornali complici.
Della Loggia dice che è l’ora della riforma.
Che il Capo dello Stato e il nuovo capo del Governo hanno l’autorevolezza giusta per farlo.
Speriamo bene.
Sergio Pizzolante
