Giustizia. Morrone(Lega): riforme serie e urgenti per smantellare il ‘sistema’

 

 

Roma, 1 febbraio. “La desolante immagine della crisi politica in atto non può mettere in secondo piano il quadro ancora più fosco del ‘sistema’ che da anni vede protagonista parte della magistratura italiana. Ci siamo stupiti perché in questi mesi sembrava emergere una cautela generalizzata sul ‘caso’ del magistrato Luca Palamara e di famosi magistrati e politici coinvolti nelle spartizioni e nelle nomine pilotate. Oggi, con l’uscita del libro dove Palamara mette a nudo con dati e riferimenti precisi una situazione ormai incancrenita da anni, nessuno potrà più tirarsi indietro e fare finta di nulla. Pena la perdita totale di credibilità della giustizia del nostro Paese”.
Lo afferma il parlamentare della Lega Jacopo Morrone, già sottosegretario alla Giustizia.
“Voglio solo citare il ‘caso’ che mi vide, mio malgrado, coinvolto il 7 luglio 2018 sottosegretario alla Giustizia di fresca nomina. Nella mia forte convinzione della necessità di una profonda riforma della giustizia, che comprendeva anche l’ANM, lo dichiarai in pubblico, puntando l’attenzione, in particolare, sulla dominante corrente di ‘sinistra’. Apriti cielo. Furono chieste addirittura le mie dimissioni e l’ANM sostenne che le mie dichiarazioni erano ‘gravi e inaccettabili’. Oggi, svelati gli intrecci con la politica e le modalità di carriera di tanti magistrati, la verità è venuta a galla. Allora non feci altro che anticipare la valanga Palamara che avrebbe sconvolto il ‘sistema’, su cui si deve fare piena luce, se non altro per ridare fiducia agli italiani e gratificare quella parte di magistrati onesti e capaci che hanno fatto il loro lavoro senza farsi coinvolgere da queste logiche o tenuti ai margini proprio perché estranei ai vincoli spartitori. E’ inquietante leggere nero su bianco che le nostre denunce sull’uso politico della giustizia sono lo specchio della realtà e che neppure la ‘caduta’ di un ingranaggio importante come Palamara è servita a interrompere le strade del ‘sistema’, se è vero che anche il ministro Alfonso Bonafede avrebbe dovuto tenerne conto nelle tristemente note vicende del Dap. Ma vogliamo essere propositivi. Da oggi è ineludibile affrontare una riforma che preveda il superamento delle logiche correntizie e un cambio delle regole della legge elettorale del CSM. Ma altrettanto ineludibile è una riforma complessiva della giustizia che riporti al centro la nostra tradizione giuridica liberale, missione impossibile per Bonafede che in un anno non è riuscito a portare a casa nulla”.

 

Lega Romagna