Alessadro Gentili sveste la divisa della gendarmeria e la lancia nel tornado che, dopo averlo travolto, si sposta sul segretario di Stato agli Esteri del Titano.
Pasquale Valentini, infatti, finisce nel vortice delle critiche degli alleati Alleanza popolare e Noi sammarinesi sulla scia delle querelle tra la magistratura sammarinese e l’ormai ex comandante, che ha presentato le dimissioni dopo l’emergere di un’ordinanza del tribunale, legata alla tangentopoli sammarinese’, nella quale vengono riportate delle affermazioni in cui avrebbe associato alle toghe biancazzurre le parole pirati’ e gangster’.
Ad accendere la miccia, dall’opposizione, è Simone Celli: «Come membro della Commissione giustizia afferma in Consiglio grande e generale durante il dibattito ricordo che l’8 settembre 2014, in quella sede, emersero con nitidezza le criticità notevoli nei rapporti tra il comandante e l’autorità giudiziaria».
Di qui il commento del segretario del Partito socialista: «Certi errori in futuro non dovrebbero ripetersi, in quanto frutto di una gestione politica discutibile e approssimativa». Ma quelle che pesano di più sono le parole pronunciate nella maggioranza.
Valeria Ciavatta, in quota Ap, fa presente che «la conferma di Gentili», stabilita nei mesi scorsi dall’esecutivo, «è stata frettolosa e per nulla condivisa». Chi di dovere, dice, «si assuma le proprie responsabilità».
E’ quindi Maria Luisa Berti (Noi sammarinesi), a sferrare un altro colpo a Valentini: «Ho apprezzato l’intervento del consigliere Celli, che ha parlato della conferma del comandante Gentili come di un atto sconsiderato’ alla luce di ciò che emerse in Commissione di Giustizia».
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