
Il Consiglio dei ministri che si è riunito oggi pomeriggio ha dato il via libera all’unanimità al disegno di legge sull’Autonomia differenziata. Il ddl è stato messo a punto da Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali. L’approvazione del Cdm è stata accolta dagli applausi da parte dei presenti. Come riferito dall’Ansa, ora il testo verrà sottoposto al parere della Conferenza unificata Stato-Regioni-Città.
Soddisfatta Forza Italia. La deputata Matilde Siracusano ha confermato che le istanze degli azzurri sono state recepite: “Vengono garantiti diritti sociali e civili su tutto il territorio, a prescindere dal fatto che un cittadino sia nato al Sud o al Nord“. La posizione critica del Partito democratico è stata bollata come “molto pregiudiziale” da Maria Elisabetta Alberti Casellati. Il ministro per le Riforme, arrivando a Palazzo Chigi, ha dichiarato che il testo in esame “è molto buono“. Esulta anche la Lega attraverso le parole di Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità: “Oggi è una giornata storica“.
La durata
Nella bozza si afferma che l’intesa sull’Autonomia differenziata tra lo Stato e la singola Regione dovrebbe essere di durata “comunque non superiore a 10 anni“. Non sarebbe esclusa la possibilità di chiederne la cessazione dell’efficacia. Alla scadenza l’accordo si intederebbe rinnovato per lo stesso periodo a meno che non si dovesse palesare una diversa volontà da parte dello Stato o della Regione, che però andrebbe manifestata almeno sei mesi prima della scadenza.
I livelli essenziali
È previsto che i livelli essenziali delle prestazioni riguardo i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale e i relativi costi e fabbisogni standard “sono determinati con uno o più decreti del presidente del Consiglio dei ministri“. Il primo ministro, dopo aver valutato il contenuto dell’intesa della Conferenza unificata e del parere delle Camere, adotta il decreto “previa deliberazione” del Cdm.
L’attribuzione delle risorse
La Commissione paritetica Stato-Regione dovrebbe occuparsi della determinazione delle risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie per l’esercizio da parte delle Regioni di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Annualmente si dovrebbe valutare la compatibilità finanziaria e gli oneri finanziari derivanti, per ciascuna Regione interessata, dall’esercizio delle funzioni e dall’erogazione dei servizi connessi alle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia.
Le misure perequative
Nella direzione della promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale lo Stato “promuove l’esercizio effettivo dei diritti civili e sociali che devono essere garantiti” anche nei territori delle Regioni che non concludono le intese. A tal proposito si potrebbero prevedere l’unificazione delle diverse fonti aggiuntive o straordinarie di finanziamento statale e l’effettuazione di interventi speciali.
L’invarianza finanziaria
Dall’applicazione della legge e di ciascuna intesa “non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica“. Nel caso in cui la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni e dei relativi costi e fabbisogni standard dovesse determinare oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica allora “la legge provvede al relativo finanziamento“. L’invarianza finanziaria dovrebbe essere garantita “per le singole Regioni che non siano parte dell’intesa“.
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