La notizia della cattura del boss mafioso Matteo Messina Denaro, dopo una latitanza di 30 anni, che l’ANSA ha diffuso per pirma con un flash battuto alle 9:16 di questa mattina, va ad aggiungersi agli altri arresti eccellenti dei suoi predecessori al comando di Cosa nostra. Un flash, quello di oggi dell’ANSA, che ha fatto il giro del mondo e che segue a quello della cattura di Bernardo Provenzano: era l’11 aprile del 2006. L’ANSA diede la notizia alle 11:31.
Ma andando a ritroso troviamo altre grandi catture di boss che hanno segnato la vittoria dello Stato contro la mafia, puntualmente documentate nel Dea, l’archivio dell’agenzia.
Il 20 maggio del 1996 viene arrestato Giovanni Brusca dalla polizia alla periferia di Palermo, insieme al fratello Vincenzo, entrambi latitanti da tempo.
Il 24 giugno del 1995 è la volta dell’arresto di Leoluca Bagarella. Era in auto, solo, e quando si è reso conto che gli investigatorim lo seguivano ha cercato di accelerare per seminarli, ma è stato bloccato. Si è arreso e non ha negato la sua identità.
Ma è proprio di questi giorni, domenica scorsa, l’anniversario dell’arresto il 15 gennaio del 1993 a Palermo di Totò Riina, dopo 24 anni di latitanza: esattamente 30 anni fa. Quel giorno i carabinieri intercettarono l’auto del capomafia appena uscita dal residence di via Bernini in cui viveva da tempo con la famiglia.
L’operazione fu condotta dal gruppo guidato dal Capitano Ultimo. Con loro il pentito Baldassare Di Maggio che riconosce Salvatore Biondino e Totò Riina a bordo di una Citroen ZX. Riina, seduto sul sedile passeggero dell’utilitaria guidata da Salvatore Biondino, viene bloccato intorno alle 8,30 sulla rotonda di via Leonardo da Vinci, quando l’auto ha appena superato il motel Agip. Il capitano Ultimo aprì lo sportello: “Riina, lei è catturato per mano dei carabinieri”. Lo stesso giorno si insediava a Palermo il nuovo Procuratore di Palermo, Giancarlo Caselli.
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Con l’arresto di Riina, il ruolo di capo di Cosa nostra passa a Bernardo Provenzano. L’ultimo dei cosiddetti “vecchi boss” viene preso nel 2006. Maglione, jeans e scarponcini: così era vestito nel momento in cui la Polizia l’ha arrestato nelle campagne di Corleone.
Il 20 febraio Michele Greco, “Il Papa”, il capo della mafia palermitana indicato da Tommaso Buscetta al vertice dell’organizzazione Cosa Nostra viene arrestato dai carabinieri a Caccano, in provincia di Palermo. Era irreperibile dal giugno del 1982.
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