gli incidenti erano finti, la truffa vera. Retata a Pesaro, 212 indagati

Ci sono avvocati, medici, infermieri nella carica degli oltre duecento denunciati dalla Guardia di Finanza di Pesaro per un vasto giro di truffe alle compagnie assicurative. Un’inchiesta ‘grandi numeri’, quella denominata ‘Carri insurance’, che oltre alle 212 persone finite nel mirino degli inquirenti, ha portato alla luce 79 falsi sinistri stradali (su 100 analizzati dagli investigatori), messi in atto nell’arco di 4 anni per un totale di circa 1milione di euro di richieste di risarcimenti danni e liquidazioni di indennizzi per oltre 600mila euro. A capo del giro, sono stati individuati 26 figure di primo piano, tra cui spiccano appunto toghe e camici bianchi. Accusa quest’ultima mossa anche agli altri 186 denunciati a cui si aggiungono anche le ipotesi di sostituzioni di persona e falso documentale. In queste ore sono in corso le notifiche di avviso di conclusioni delle indagini. I deus ex machina dell’organizzazione criminale sono due legali, l’XXX XXX XXX di XXX e Nicola Gemma, originario di Taranto, già sospeso dall’Ordine e con precedenti specifici e Edoardo Giannicolo. I tre si sono avvalsi, secondo la ricostruzione delle Fiamme Gialle, della connivenza di personale medico, di un centro diagnostico di Fano e dell’agenzia di pratiche di Vallefoglia. XXXX è XXXX finito al centro anche del caso del quadro di Isabella D’Este attribuito a Leonardo Da Vinci, di proprietà della pesarese Emidia Cecchini, detta Bibi, appena rinviata a giudizio dal Tribunale di Pesaro. XXXX ha però chiuso il conto (del quadro e delle truffe) patteggiando la pena a due anni nel febbraio scorso.

L’attività dell’organizzazione ha interessato le provincie di Pesaro, Rimini e dintorni. Il modus operandi si articolava in 4 tipologie di sinistri taroccati: la simulazione su strada effettuata con mezzi già danneggiati; il doppio sinistro, con la denuncia dello stesso fatto a più compagnie assicurative usando gli stessi dati e invertendo i ruoli dei partecipanti; la compilazione meramente cartolare della constatazione amichevole senza che fosse accaduto il sinistro; l’inserimento successivo di uno o più finti trasportati danneggiati in un incidente che si era realmente verificato. Poi i finti feriti si facevano refertare dai pronto soccorso. Certificazioni con le quali i due legali presentavano richiesta di indennizzo. Medici compiacenti compilavano falsi documenti per ottenere le invalidità. In un caso, poi mai attuato, la banda era pronta a provocare con dei farmaci un aborto a una straniera incinta facendolo passare come conseguenza di un sinistro.