Gli sceneggiatori premiano Everything Everywhere

L’indie movie dell’anno Everything Everywhere All at Once ha cementato la sua posizione di frontrunner nella corsa agli Oscar del 12 marzo vincendo ieri notte il premio per la migliore sceneggiatura originale, l’ultimo importante in vista della ‘notte delle stelle’. Solo altri quattro film, prima di quello dei Daniel, avevano messo a segno un poker di vittorie conquistando anche i trofei della Directors Guild, Producers Guild, Writers Guild e Screen Actors Guild: Argo, Non è un paese per vecchi, The Millionaire e American Beauty. Tutti vincitori dell’Oscar per il miglior film. “Scrivere è difficile, crea confusione e ci siamo sentiti persi tante volte”, hanno detto Daniel Kwan e Scheinert ringraziando, oltre chi ha letto con loro il copione, anche “gli analisti” che li hanno aiutati a conservare la sanità mentale durante la produzione. Everything Everywhere, che sabato aveva spopolato ai premi Spirit per il cinema indipendente, non è stato il solo vincitore della serata dei Writers Guild Awards: Women Talking – Il diritto di scegliere di Sally Polley ha battuto Top Gun: Maverick e Glass Onion per il miglior adattamento cinematografico. Sono stati consegnati premi anche per la tv: The Bear ha vinto come miglior serie comica, Severance per l’equivalente drammatico, White Lotus (la seconda stagione girata a Taormina) per le mini-serie, Better Caul Saul e Hacks rispettivamente per il dramma a episodi e la commedia a episodi. Sul fronte del cinema, la tappa di domenica era considerata obbligata nel cammino verso l’Oscar per il miglior film, anche se la vittoria di Everything Everywhere è risultata sminuita per il fatto che due degli altri film papabili, Gli Spiriti dell’Isola di Martin McDonagh e Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale, non potevano essere candidati nelle due categorie (sceneggiatura originale e adattamento) per motivi sindacali, e lo stesso era valso anche per gli altri premi delle associazioni di categoria. Niente di Nuovo di Edward Berger ha spopolato ai Bafta, i premi del cinema britannico, emarginando con ben sette vittorie il film dei Daniel che si era dovuto accontentare di una sola statuetta tecnica (per l’editing) e anche i critici che finora erano stati pronti a scommettere su un ‘en plein’ delle avventure nel metaverso della proprietaria di una lavanderia (Michelle Yeoh) sono negli ultimi giorni diventati più prudenti: domenica prossima al Dolby Theater sorprese sono ancora possibili.


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