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  • Gli ultimi giorni di Pompei … di Dario Manzaroli

    Il tempo sembrava scorrere come sempre nella bella e ricca Pompei, ma il Vulcano sterminatore da giorni brontolava e mandava chiari segnali di ira imminente.

    Anche il governo dei sette nani e della sua superprotetta Biancaneve – anche lei mica tanto alta – e la sua “minoranza–maggioranza” continuano ad ignorare le scosse ed i pennacchi di fumo che escono ormai da ogni dove sociale, economico e di pubblica opinione.

    Dopo due anni di fallimenti ed inconsistenza, si può dire che il governo nuovo, sbandierato ma attuato per due terzi dalle stesse facce dei 20-30 anni precedenti, il Governo con le facce pulite e – purtroppo quando è andata bene – sprovvedute ed incompetenti oltre l’accettabile – e quando è andata male – si veda il caso Celli e non solo – peggio del peggio di un passato tanto criticato, il Governo del Cambiamento di rotta – verso il burrone purtroppo per noi- è giunto al capolinea e può fare un unico servizio al Paese e ai cittadini rassegnando le proprie dimissioni, chiedendo scusa per i danni prodotti.

    In attesa che la Magistratura faccia il suo corso, c’è un giudizio politico che viene prima e rende assolutamente inopportuno la continuazione del mandato per tutti i membri del CCR.

    Inoltre altrettanto inopportuno a mio modesto parere sarebbe la nomina di un sostituto del dimissionario Celli, con un funzionario proveniente da Banca Centrale. Le ragioni sono ovvie indipendentemente dal valore dei candidati.

    Le forze di opposizione oltre a continuare con forza a fare il vitale lavoro che questa legge elettorale ha loro affidato, devono anche elaborare ed informare i cittadini elettori sui progetti che intendono attuare per salvare il Paese trovando il maggior numero possibile di punti di convergenza.

    Non so se esistono le condizioni per cambiare in Consiglio l’attuale legge elettorale o se ci saranno i tempi per un referendum abrogativo dagli esiti non necessariamente scontati.

    Rimane quindi possibile che si torni a votare con questa Legge elettorale. In questo caso credo che bisogna far prevalere gli interessi del Paese su logiche di schieramento, proponendo agli elettori un programma di interventi concentrato in pochi punti da realizzare con tutte le forze che in questi due anni hanno dimostrato di condurre una battaglia seria e coraggiosa.

    Per essere chiari, pur rendendomi conto delle differenze notevoli ed in un certo senso dell’alternatività di Rete e della Democrazia Cristiana, non mi scandalizzerei di una loro alleanza momentanea basata su un patto di Governo chiaro, coerente ed in grado di salvare il Paese e salvaguardarne la sovranità, attuato il quale si potrebbe tornare alle Urne con coalizioni più omogenee e programmi politici alternativi.

    Dario Manzaroli