Goro, la rivolta anti-migranti: “Basta, questo paese è nostro”

goroGoro si ribella. Si è ribellata alla decisione del prefetto di requisire un intero piano dell’ostello del piccolo paese per metterci 12 donne e 8 bambini.

Sono scesi in piazza e hanno impedito l’arrivo del bus, alla fine hanno vinto loro, obbligando il prefetto a spostare a Ferrara e Comacchio i migranti.

Il giorno dopo la rivolta pacifica i cittadini di Goro sono tornati a spiegare alla stampa le loro ragioni. “Noi paghiamo le tasse – hanno detto – e questo paese è nostro”. Stranieri, insomma, non sono i bemnvenuti. Goro e Gorino sono due paesi strani. Anche gli altri ferraresi li considerano un mondo a parte, un posto che “vive per i fatti suoi”. Luoghi di persone che vivono grazie alle vongole e che non vogliono rischiare di ritrovarsi situazioni che possano mettere a rischio l’economia locale.

“Non ci hanno detto nulla – hanno detto al Messaggero – E poi il locale sequestrato a lavoratori onesti, che pagano le tasse….”. Appena 450 abitanti ci sono a Gorino. Circa 6mila a Goro. “Mi hanno dato dei fogli – dice Sanela Nikolic, proprietaria dell’ostello il cui primo piano era stato requisito dal prefetto – Mi hanno detto: le sei camere sono sequestrate, che tu voglia o no. Eppure noi avevamo comunicato alla prefettura che non eravamo disposti ad ospitare i migranti, è il primo anno che guadagniamo qualcosa”.

Il sindaco di Gorino, Diego Viviani, non ci sta a passare da razzista. “Siamo disponibili come gli altri – ha detto – siamo italiani: ci dispiace che il ministro Alfano ci abbia bollato come incivili”.