
Il nuovo coronavirus, Hong Kong e adesso anche l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms). A far litigare le varie anime del governo giallorosso non è solo la politica interna, che prosegue a singhiozzo tra dpcm e promesse varie, quanto, piuttosto, la politica estera. È proprio qui, in particolare sulla Cina, che Movimento 5 Stelle e Partito Democratico hanno dimostrato di abitare su due pianeti distanti anni luce.
Da una parte troviamo i grillini, da sempre aperti a una stretta collaborazione Italia-Cina; sono stati proprio loro, d’altronde, a spingere affinché Roma firmasse il Memorandum d’Intesa sulla Belt and Road Initiative. Dall’altra ecco il Pd: molti rappresentati Dem hanno più volte frenato gli entusiasmi degli alleati pentastellati, facendo capire di essere favorevoli a indagare sulle presunte responsabilità di Pechino nella diffusione della pandemia provocata da Covid-19.
Non solo: a peggiorare uno scenario di per sé già molto complicato, oltre al coronavirus, è tornato alla ribalta anche lo spinosissimo nodo Hong Kong. La nuova legge sulla sicurezza nazionale dell’ex colonia britannica ha spaccato nuovamente la maggioranza giallorossa sul comportamento da tenere nei confronti della Cina, da alcuni considerata carnefice e da altri uno Stato che amministra legittimamente il proprio territorio.
Un’altra spaccatura
Insomma, le posizioni del governo in politica estera sono a dir poco contraddittorie se non conflittuali. L’ennesima dimostrazione della paradossale situazione arriva da Vincenzo Amendola. Lo scorso 30 maggio il ministro per gli Affari europei, in orbita Pd, ha rilasciato un’intervista al quotidiano indiano Hindustan Time in cui ha puntato il dito contro l’operato dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e, indirettamente, contro il suo direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus.
“L’Italia vuole un’indagine indipendente sull’origine della pandemia di Covid-19 in Cina e sostiene le richieste dell’India di riformare gli organismi multilaterali come l’Oms, che non hanno funzionato come previsto durante l’attuale crisi”, tuonava pochi giorni fa Amendola.
Come ha sottolineato Tpi, il ministro non si era fin qui mai pronunciato sulle responsabilità dell’Oms in merito alla diffusione della pandemia; si era limitato soltanto a esprimere la necessità di indagare sull’atteggiamento avuto dalla Cina nella gestione della situazione sanitaria. Adesso Amendola è uscito allo scoperto, manifestando la disponibilità italiana nell’appoggiare l’India. “Amendola ha affermato che l’Italia sostiene l’appello del primo ministro Narendra Modi, lanciato durante il vertice ‘virtuale’ del G20 che si è tenuto il 26 marzo, di riformare organismi come l’Oms per soddisfare le esigenze di un mondo che è in continuo cambiamento”, ha scritto a chiare lettere l’Hindustan Time.
Le critiche all’Oms
Tornando ad Amendola, il ministro ha attaccato frontalmente l’Oms come mai aveva fatto prima: “I criteri dell’Oms in questa crisi non hanno funzionato come previsto, per questo è necessario aprire un’indagine indipendente su ciò che è accaduto in Cina, che è stato il punto di partenza dell’emergenza di Covid-19?. E ancora: “Il vostro primo ministro aveva ragione, perché l’attuale ordine globale e i suoi organismi multilaterali non tengono conto dei rischi e delle opportunità legate al periodo che stiamo attraversando. Credo che l’Oms non abbia funzionato correttamente, perché ci sono stati molti ritardi e molti problemi”.
Sono già passati diversi mesi dallo scoppio della pandemia e l’Italia non aveva mai speso una parola contro l’Organizzazione mondiale della Sanità. Curioso che Amendola critichi l’Oms sulle colonne di un giornale indiano quando al fianco del ministro della Salute Speranza, alleato di governo dello stesso Amendola, siede, in qualità di consulente, Walter Ricciardi, proprio un rappresentate dell’Oms. In ogni caso sarà interessante capire quale sarà (se ci sarà) la risposta del Movimento 5 Stelle.
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