Losail: Marc si impone dopo un GP emozionante e un grande duello con Valentino, splendido come non lo si vedeva da tempo. Terzo Pedrosa, caduto Lorenzo, al 1° giro, Bautista, Iannone, Smith. 5° Dovizioso.
Tante variabili, una certezza: Marc Marquez. La MotoGP 2014 cambia regole, classi, benzina e motori, ma alla fine splende sempre lui, il campione del mondo della Honda, che sotto i riflettori del Qatar conquista il primo GP stagionale fornendo un’altra lezione della sua classe. Abbagliante. Le luci della ribalta sono tutte per lui e un grandissimo Valentino Rossi, secondo e in forma con la Yamaha come non lo si vedeva da tempo: veloce, aggressivo, deciso nei sorpassi e “cattivo” nei duelli. Valentino si inchina solo a una fuoriclasse del suo stesso livello, quel Marc Marquez che vince dopo aver saltato oltre il 60% dei test pre stagionali per una frattura al perone che lo fa ancora zoppicare, nonché gareggiare sotto antidolorifici. Applausi a entrambi, due fuoriclasse, il cui duello – bellissimo – si è incastonato in una gara tirata e avvincente – niente a che vedere con i trenini della F.1 -, che ha premiato lo spagnolo, senza però lasciare rimpianti nel Campionissimo: con una Yamaha che pareva non al top delle sue potenzialità ha corso in modo splendido, facendo capire che quest’anno può sedersi anche lui al tavolo della partita iridata. Sul podio, ma in ombra rispetto a chi ci è salito insieme a lui, Pedrosa, 3° con la Honda Hrc a 3″3. A seguire, primo delle Open, Aleix Espargaro con la Yamaha, 4° a 11″ – a testimoniare che la differenza con le Factory, molto ridotta in prova, in gara torna a emergere – e le Ducati di Dovizioso, 5°, e Crutchlow, 6°.
QUANTE CADUTE — Fuori gioco dallo show, un po’ come restare a terra dall’ottovolante, Lorenzo, caduto in modo scriteriato al 1° giro quando era in testa – “un errore da principiante”, ammetterà -; Iannone, scivolato nelle prima battute e poi alla fine 10°; Bradl, ruzzolato mentre era in testa con la Honda Lcr; Smith e Bautista, finiti nella ghiaia mentre lottavano nelle posizioni di testa, con lo spagnolo a lungo in zona podio.