Gratteri: il mito di se stesso
Chissà perché, un mese si e un mese no, le televisioni e la stampa celebrano Gratteri.
Il Procuratore di Catanzaro, che Renzi voleva ministro e Napolitano no.
Il Procuratore che i suoi colleghi magistrati non vogliono Procuratore di Milano e nemmeno Procuratore antimafia.
I suoi colleghi, non mia nonna.
Chissà perché.
Per i risultati della Procura di Catanzaro?
Allora rassegniamoci ad un sistema mediatico-giudiziario capace di premiare solo i peggiori.
La Procura di Catanzaro ha fra le più alte spese per le intercettazioni in Italia e per le ingiuste detenzioni.
Cioè, se spendo più di tutti( più o meno) per intercettare tutti( più o meno), dovrei, in teoria, sbagliare meno con la carcerazione preventiva, no?
E invece no.
Retate con il rastrello a denti fitti.
I giornali esaltarono la retata di 334 persone.
Gratteri spiego’ a reti unificate la grande operazione. Il suo piede schiacciava i cattivi.
Gratteri comunicava con il popolo.
Ed era contento.
203 di quelle persone furono scarcerate subito, da altri giudici, non da mia nonna.
Per ingiusta detenzione.
Ma i giornali glissarono su questo.
Glissano ancora.
Non fa spettacolo.
Gratteri firma una prefazione ignobile di un libro ignobile di un suo collega, Giorgianni.
No vax.
Dove c’è scritto che i vaccini sono una “acqua di fogna”, e i Governi degni di una Norimberga.
Uno può fare il Procuratore Star e avallare queste cose? Andrebbe rimosso automaticamente.
I giornali lo derubricano come un incidente di percorso. Non aveva letto bene il libro.
Chissà come legge gli ordini di cattura di massa.
Quando ha arrestato Pittelli, avvocato, ex parlamentare, calabrese, se lo è dimenticato per mesi in carcere, senza interrogatorio.
Poi liberato da altri giudici. Per evidente eccesso di carcerazione e per la debolezza delle accuse.
Pittelli è disperato, sta male, malissimo, scrive una lettera disperata alla Carfagna, sua ex collega, Gratteri lo riarresta, perché, con Gratteri, in Italia, se hai contatti col Governo, che meriterebbe una Norimberga, vai in galera.
Dice che la riforma Cartabia è sbagliata.
Perché i magistrati non possono essere giudicati , anche, da non magistrati.
Si devono giudicare da soli.
In realtà lui vorrebbe essere giudicato solo da se stesso.
Perché gli va male anche quando è giudicato dai suoi colleghi.
Dice che definire i tempi per i processi non va bene.
Lui vorrebbe avere tutto il tempo che gli serve, per fare retate, andare da una televisione e l’altra, tenere in carcerazione preventiva persone senza nemmeno interrogarle.
È contrario anche alla riforma sulla presunzione di colpevolezza.
Bisognerebbe tornare alla presunzione di innocenza. Dice l’Europa. E lo dice adesso anche una legge dello stato.
Non va bene, dice Gratteri.
E infatti dovrebbe smentire se stesso. Capisco.
Non va bene, aggiunge Gratteri perché i magistrati devono comunicare con il popolo.
Arresti e prime pagine.
Altrimenti che gusto c’è?
Dice queste cose orripilanti.
In diretta televisiva.
Sulle prime pagine.
E se non è in prima pagina arriva ad accusare i giornalisti di non fare il proprio mestiere.
Non una Norimberga meriterebbero.
Quasi.
Gratteri si piace molto.
È un mito. Di se stesso.
Sergio Pizzolante