Grazie alle leggi antiriciclaggio salviamo (almeno) la faccia. Sara? piu? dura invece salvare il “portafogli” alla vigilia della Voluntary disclosure.

San MarinoEnnesima offensiva mediatica in stile “anni bui”.

Prosegue massiccio e senza sosta il pressing mediatico contro San Marino alla vigilia della Voluntary disclosure.

Ad aprire il fuoco di fila l’Espresso, con un articolo molto tecnico e preciso – fonte sempre la guardia di finanza – a firma di Paolo Biondani. A ruota Sole 24 Ore, Fatto Quotidiano, ma la lista e? infinita: tutti i media italiani hanno dato ampio risalto alla notizia dei bonifici per 22 miliardi dall’Italia alla piccola Repubblica. Si parla di oltre 20 mila persone con soldi non dichiarati che ora rischiano di essere travolti dalla giustizia.

La Guardia di Finanza e la Procura di Forli?, con un nuovo metodo d’indagine, sono riusciti a schedare tutti gli italiani che, tra il 2006 e il 2014, hanno avuto rapporti bancari di qualsiasi tipo con San Marino. Il risultato e? un registro informatico con i dati di circa 27 mila soggetti che in questi anni di crisi hanno esportato nella repubblica del monte Titano una montagna di soldi: piu? di 22 miliardi di euro. Ora si indaga per accertare quanto di questo tesoro sia stato accumulato con l’evasione fiscale e in alcuni casi con reati peggiori, come la bancarotta fraudolenta o il riciclaggio di denaro mafioso.

Grazie alla nuova inchiesta i computer del comando provinciale delle Fiamme Gialle hanno acquisito un patrimonio di segreti bancari che supera di tre volte le dimensioni della lista Falciani, che finora era il precedente piu? famoso. Quell’archivio informatico della banca internazionale Hsbc, che il tecnico pentito Herve? Falciani ha consegnato a vari Stati europei, conteneva infatti i nomi di 7.499 italiani, con circa 6,8 miliardi di euro depositati in Svizzera, e si fermava al 2007.

La nuova super lista riguarda invece tutti i movimenti bancari registrati nell’ultimo decennio tra Italia e San Marino, in entrambe le direzioni, con dati completi e aggiornati. La prima fase delle indagini riguarda i 22 miliardi usciti dall’Italia: tra i 26.953 soggetti interessati compaiono una massa di persone fisiche e circa 2.500 societa? intestate a italiani.

L’inchiesta, diretta dal procuratore capo Sergio Sottani, continua ad allargarsi ed e? destinata a proseguire per molti mesi.

“Due terzi degli italiani con i soldi a San Marino – scrive Biondani su L’Espresso – si concentrano nelle vicine Emilia Romagna e Marche: 10.128 solo in Provincia di Rimini, 1.879 tra Forli? e Cesena, 1.242 a Bologna, 2.867 tra Pesaro e Urbino”.

Una offensiva tanto massiccia non si registrava da anni, quelli bui, in cui il solo nominare San Marino faceva rima con evasione fiscale e riciclaggio.

Una offensiva che segue la nota della guardia di finanza di Forli? dello scorso agosto che tanto aveva fatto infuriare le istituzioni sammarinesi, scatenando la pronta reazione di protesta verso il Mef da parte delle segreterie di Stato Esteri e Finanze. Ne era seguito un incontro chiarificatore (?) a Roma con il Ministro italiano dell’Economia Padoan da cui i segretari Capicchioni e Valentini erano usciti rassicurati.

A voler vedere il bicchiere mezzo pieno – anche se non e? per niente facile – ci si puo? aggrappare ad un inciso del collega Biondani, sempre su L’Espresso, che con onesta? intellettuale e in riferimento ai numeri snocciolati dalla guardia di finanza afferma: “Questi sono solo i primi effetti di una maxi-indagine potenzialmente sterminata, frutto di una tecnica investigativa che meriterebbe di essere sperimentata contro tutti gli altri paradisi fiscali, che a differenza di San Marino non hanno mai varato leggi anti-riciclaggio e sono ancora nella lista nera degli stati-canaglia”. Viene insomma dato atto di come il comparto economico e finanziario abbia fatto passi da gigante. Ma ancora evidentemente manca qualcosa per essere definiti virtuosi. E siamo certi che a breve ci verra? spiegato che cosa.

David Oddone, La Tribuna

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