
BUONE COSE!
“Grazie! Buone cose anche a te. Ciao. Don.”
È quello che mi ha scritto dall’ospedale quando gli ho inviato un abbraccio di speranza.
Perché ha aggiunto “ciao”? Mi son detto.
Bastava il grazie. Buone cose. Anche a te.
Anche a me capita di aggiungere… ciao!
Quando scrivo un messaggio, una cosa, ma poi non mi sembra sufficiente. Perché c’è da dire qualcos’altro. Cosa?
Qualcosa.
Ma poi non c’è tempo.
Non sai come dirlo.
E aggiungi…ciao.
Qualcosa vuol dire.
Stimavo quest’uomo.
Era un uomo. Un sacerdote.
Una mente politica.
Si una mente politica.
Se non avesse fatto il sacerdote sarebbe stato un grande politico.
Capiva velocemente.
Pensieri essenziali.
Analisi lucidissime.
Diceva molto con poche parole.
E quando diceva molte parole è perché aveva molto da dire.
Non ha mai condiviso alcune mie scelte.
Lui non avrebbe mai lasciato Berlusconi.
Come ho fatto io.
Ma, quando ci parlavo aveva uno sguardo di comprensione compassionevole.
Senza condivisione.
Amava Riccione.
Amava quello che faceva.
Ho imparato ad amarlo anche io.
Ciao! Don.
Buone cose!
Ti occuperai ancora di noi.
Spero.
Sono momenti dove, uno come me, spera.
Pur non avendo il dono.
E vorrei tanto sbagliarmi Don.
Ciao….