Green pass, maggioranza divisa. Salvini: “10 anni col Covid”

Si infiamma la discussione sulla certificazione verde, con le varie anime che compongono la maggioranza di governo incapaci di trovare un’intesa. A chi rilasciare il cosiddetto green pass? E fino a che punto estendere l’imposizione del suo obbligo? È ormai quasi certo che il documento sarà consegnato dopo aver ricevuto la seconda dose di siero anti-Covid (niente certificato con la sola prima inoculazione, dunque), ma ancora ci si interroga se richiederne l’impiego anche per l’ingresso in ristoranti, cinema, teatri, stadi ed eventi. Per non parlare dell’utilizzo dei mezzi pubblici.

Le opinioni

Il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini non ha dubbi: una decisione sarà presa a breve. Nessuna intenzione di usare il pugno di ferro alla maniera del presidente francese Emmanuel Macron, ma l’idea resta quella “di estendere l’utilizzo del green pass ad altri servizi nella logica di incentivare le vaccinazioni“.

Anche il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, riferisce Repubblica, ha affermato di considerare il certificato verde come “uno strumento di responsabilità individuale per la salute collettiva”.

Meno rigida la posizione del leader del Carroccio Matteo Salvini che, raggiunto a margine dell’inaugurazione di un punto Lega in viale Abruzzi a Milano, ha dichiarato: “Noi con il Covid temo dovremo conviverci per dieci anni. Quindi, occorrerà essere prudenti, però non possiamo chiuderci in casa una volta all’anno. Mi rifiuto di pensare a questo“. La discussione sul green pass? “Ne parleremo quando ce ne sarà necessità. Adesso chiediamo attenzione, e rispetto delle regole. Non possiamo terrorizzare la gente prima del tempo“.

Sul Green pass ‘esteso’ occorre buon senso e non dividersi in tifoserie: su un tema così delicato che impatta sulla vita quotidiana delle persone non si possono rincorrere bandierine politiche. Il pass deve essere considerato la soluzione solo in caso di un sensibile aumento dei contagi“, è stato il commento del Movimento 5 Stelle.

Per il consulente del ministro Speranza Walter Ricciardi è assolutamente giusto portare il modello di green pass esteso in Italia: “Bisogna fronteggiare questa quarta ondata, che è minacciosa perchè la variante Delta è contagiosissima e quindi c’è la necessità di prendere le misure più adeguate“. Fortemente contrari, invece, i politici di Fratelli d’Italia.

Il dibattito sul tema ha in pratica portato allo scoperto le due fazioni: da una parte i rigoristi, favorevoli alla linea francese e decisi ad arrivare ad un sistema ‘premiale’ che dia maggiore libertà a chi si vaccina ed incoraggi i più scettici a farsi inoculare il siero, dall’altra coloro che non intendono imporre l’obbligo vaccinale. Le Regioni, intanto, attendono di conoscere la linea dettata dal governo.


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