“Grillo non vuole”. I soldi del 2×1000 aprono un altro fronte tra i 5s

I pentastellati si preparano all’ennesima giravolta. Domani e martedì gli iscritti voteranno per decidere se il M5S potranno accedere ai fondi del 2×1000 oppure se continuare a rifiutare ogni forma di finanziamento pubblico.

La svolta è arrivata mercoledì scorso quando Giuseppe Conte, nel corso di un’assemblea congiunta dei parlamentari, ha avanzato la “proposta indecente”. O, almeno, così sarebbe stata definita fino a pochi anni fa e, invece, per una volta, sembra che i deputati e senatori M5S appoggino tale scelta. Lo stesso non può dirsi del fondatore Beppe Grillo che, stando a quanto riferisce Repubblica, sarebbe “infuriato, un po’ perché nessuno lo aveva avvertito della decisione, un po’ perché lui stesso per anni si è speso contro ogni tipo di contributi di questo genere”. Al momento, pare sventato il pericolo di un suo intervento pubblico per spingere gli attivisti a votare no. Una mossa che riaprirebbe il dualismo con l’ex premier Conte e che pare essere stata sventata all’ultimo. Insomma, Grillo, secondo Repubblica, “rappresenta un vulcano pronto a esplodere da un momento all’altro, con effetti potenzialmente disastrosi”.

Poi c’è il capitolo restituzioni. Secondo quanto apprende anche ilGiornale.it molti parlamentari non sono in regola col versamento di questi soldi. “Alcuni, non avendo più la sicurezza di esser rieletti non intendono dare più un euro, mentre altri prima vogliono che siano sbloccati i soldi quelli che hanno versato finora”, ci fanno sapere. Lo sblocco di 4miliioni di euro avverrà proprio all’inizio della prossima settimana dal momento che gli iscritti saranno chiamati a scegliere anche le associazioni a cui destinare questi soldi. Tra i soggetti elencati troviamo: Anpas – Associazione nazionale pubbliche assistenze; CNR – Consiglio Nazionale Ricerche – per Progetti di ricerca; Emergency; Gruppo Abele Onlus; Lega del Filo d’Oro; Medici Senza Frontiere; Nove Onlus – Emergenza Afghanistan.“L’importo stanziato sarà suddiviso tra i soggetti indicati, proporzionalmente al numero delle preferenze ricevute”, si legge nella nota diramata dal M5S.

Anche in questo caso, però, potrebbero sorgere dei problemi. Uno dei parlamentari, si legge nel pezzo di Repubblica, ha già mandato una diffida ai vertici del M5S perché“si è trattato di elargizioni fatte senza forma scritta e per questo le donazioni di non modico valore possono essere cancellate, riavendo indietro quel che si è dato se la richiesta avviene entro cinque anni. Non lo dico io ma il codice civile”. Visto e considerato che i fuoriusciti dal Movimento da inizio legislatura ad oggi ammontano a 106, qualora ognuno di loro facesse ricorso, sorgerebbe un grosso problema economico per il M5S. Già due consiglieri regionali della Liguria hanno riavuto circa 50mila euro.


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