San Marino. “Grosse koalition per fare le riforme difficili che ci attendono”. L’intervista a Gerardo Giovagnoli, PSD

Gerardo-Giovagnoli-parlaGli esiti dei referendum, le vicissitudini del Tavolo riformista, lo stato di difficolta? della maggioranza.

La politica sammarinese e? quanto mai in uno stato di agitazione tant’e? che si fanno piu? insistenti le voci di una crisi di governo a breve. Per capire come stanno le cose abbiamo incontrato uno dei vertici della maggioranza, il capogruppo del Psd Gerardo Giovagnoli.

Partiamo dai referendum. Cosa ne pensa dei risultati?

“La tornata referendaria ci consegna un risultato frutto di due sensibilita? diverse: la prima e? quella di dare risposta alla necessita? di lavoro, di sviluppo, di non perdere l’opportunita? di un investimento serio proposto da imprenditori di primo livello, soprattutto in un periodo di crisi, quindi non solo non e? stato raggiunto il quorum sui si? ma e? prevalso il no nel referendum sul polo della moda. La seconda e? quella di lanciare segnali di insoddisfazione sulla situazione esistente rispetto a tre temi distinti: la legge elettorale, la legge referendaria e gli stipendi massimi nella Pubblica Amministrazione allargata”.

Temi delicati su cui ora dovrete legiferare.

“Gia?. Sulla vittoria dei tre si? credo sia opportuna una considerazione: cio? che emerge e? una riforma delle nostre istituzioni chiesta attraverso quesiti promossi da comitati non coordinati, una riforma istituzionale preterintenzionale. Nessuna forza politica aveva chiesto prima del referendum cambiamenti su tutti gli aspetti toccati e quanto emerge e? contraddittorio: la richiesta di preferenza unica andava nella direzione di togliere liberta? di scelta all’elettorato pur di limitare le cordate elettorali (e comunque per togliere quel problema si sarebbe dovuto proporre la lista bloccata, le zero preferenze); il quesito sul quorum referendario invece chiedeva maggiore liberta? e forza della cittadinanza anche al costo del rischio che vincano delle piccole minoranze e che l’abrogazione di leggi possano accadere con pochi voti o motivi diversi da quelli indicati.

Bisogna comunque cogliere lo spirito positivo della volonta? di partecipazione e mettere da parte l’odiosa atmosfera di accuse e di falsita? messe in campo durante la campagna referendaria, non si puo? pretendere di cambiare questo paese attraverso battaglie laceranti. Spero si voglia cogliere l’occasione, contestualmente al recepimento dei quesiti, di lavorare quanto piu? possibile in maniera allargata, magari anche con il contributo di chi ha sostenuto i comitati promotori se lo chiedessero, alle clausole non previste nei quesiti che possano contribuire a fare funzionare al meglio le leggi coinvolte dal referendum: in particolare la preferenza unica rischia, qualora non vi fossero correttivi, di creare una competizione iper-personalizzata tra i candidati, di favorire i poteri forti che potrebbero scommettere e investire economicamente su persone specifiche favorendo cio? che il quesito voleva limitare, la distorsione del rapporto tra elettore e candidato.

Recepisco positivamente il ragionamento fatto in Consiglio da molte forze politiche che si sono dette disponibili a ragionare”.

Passiamo al Tavolo riformista. Come vede gli ultimi sviluppi?

“Da una parte colgo con preoccupazione le fibrillazioni nel Partito socialista, con cui il Psd ha un impegno e dei rapporti precedenti al Tavolo riformista, dall’altra credo non si debba mettere in discussione l’unico tentativo di unificazione dell’area riformista per fare contare di piu? un elettorato comune e per combattere la frammentazione. Servono tutte le componenti, altrimenti la ricetta non funziona. Sinistra unita, come il Psd stesso, ha dovuto mettere in gioco molto e rinunciare ad alcune velleita?. Credo ognuno debba metterci del suo per ottenere un risultato piu? grande della situazione di partenza. De Biagi e Bevitori (i due esponenti del

Ps che hanno annunciato la propria autosospensione dal partito criticandone l’atteggiamento nei confronti del Tavolo, ndr) credo l’abbiano capito e mi auguro che prevalga la ragione politica e non mi auguro spaccature”.

Se il Ps, come pare, dovesse questa sera ufficializzare la propria uscita dal Tavolo siete pronti ad andare avanti comunque o tutto il progetto crollerebbe?

“Il progetto andrebbe avanti lo stesso sebbene gli equilibri cambierebbero, ma sarebbe un errore grave che molti anche nel Ps non capirebbero. La porta rimane aperta ma se qualcuno vuole fare fallire il Tavolo sappia che non ci riuscira? e le conseguenze politiche non mancheranno”.

Intanto la Dc sta chiedendo ai propri alleati richieste di chiarimenti in merito alla prossima legislatura. Il Psd cosa ha intenzione di fare?

“In primis credo che la domanda valga anche per Ap poi penso che la Democrazia cristiana possa permettersi di porre l’accento sulla questione fiduciaria per definire la scelta di coalizione sulla prossima legislatura. Il Psd e i riformisti invece no. Noi abbiamo bisogno di capire se le scelte politiche ed economiche utili per il paese saranno realizzate oppure no. Lo stato del paese e? di grande criticita?, vedi problema occupazionale e quindi della assistenza ai disoccupati e rispetto alla tenuta del risultato raggiunto di pareggio del bilancio.

Poi ci sono anche delle possibili emergenze da fronteggiare in particolare quella dei crediti non performanti la cui svalutazione metterebbe in subbuglio il sistema bancario e finanziario e soprattutto la Carisp il cui controllo e? pubblico. Tutto cio? potrebbe creare deficit insostenibile nel medio termine e bisogna agire da subito, ovvero da prima delle elezioni.

Insomma credo che il periodo in cui la collaborazione tra le forze piu? rappresentative sia ancora necessaria e penso servano anzi dei rafforzamenti. In questa legislatura si e? diventati compliant rispetto agli standard internazionali, siamo usciti dalla quarantena delle black list, si e? messa mano alla legge fiscale, fatta la legge per lo sviluppo, ricominciato ad essere attrattivi, vedi polo, approvata una legge sulla rappresentativita? che neanche ad un mese di vita ha favorito la chiusura di due contratti con tutti i soggetti al tavolo. Ma c’e? molto ancora da fare”.

Quando parla di “rafforza-menti” all’attuale maggioranza ha in mente qualche forza in particolare? Non sarebbe ancora piu? difficile governare con piu? partiti insieme?

“Come gia? detto anche la prossima legislatura sara? ricca di riforme difficili, e? illuso chi pensa di poterle produrre con maggioranze risicate in Consiglio e senza il supporto delle forze sociali e imprenditoriali e senza una larga base della cittadinanza. La questione e? essere d’accordo su quali sono le emergenze del paese e la risoluzione ad esse, se tale convergenza sara? raggiunta, sara? possibile governare anche con una grosse koalition”.

Ha detto che c’e? ancora molto da fare. Quali sono le priorita??

“Sicuramente un rilancio dei rapporti con l’Italia rispetto a comuni esigenze di? attrazione degli investimenti e di piani infrastrutturali congiunti, in primis viabilita?. E? necessario poi adeguare la Pa rispetto al nuovo modello della trasparenza in cui e? molto piu? importante l’efficacia e l’efficienza, la concorrenza sulla velocita? e semplicita? rispetto alla opacita? ed alla discrezionalita?. E? necessario mettere in secondo piano rendite di posizione elettorali e politiche ed avere il coraggio di correggere una macchina pubblica che non e? piu? compatibile con il bilancio dello stato a meno che non si vada a compromettere lo stato sociale, cosa su cui non vogliamo neppure discutere. Quindi bisogna avvicinare il funzionamento della Pa a quello del privato sia rispetto agli sprechi sia rispetto al merito.

Non si puo? rimandare oltre la riforma delle pensioni e considerare che i cosiddetti diritti acquisiti non saranno compatibili con quelli negati alle generazioni future. Serve avviare in questa legislatura l’iter legislativo per adeguare il sistema di imposte indirette attraverso l’Igc e continuare il confronto fuori e dentro il palazzo. E? poi imprescindibile sciogliere il tema ancora vischioso dell’apertura del nostro sistema rispetto alle residenze ed agli investimenti diretti, con le nostre risorse il sistema non regge.

Tutto cio? ha molto a che fare con l’accordo di associazione con la UE, anche su questo si deve accelerare. Servira? quindi piu? coraggio e capacita? di fare cose impopolari se utili al paese, noi abbiamo dimostrato con la partecipazione dei nostri Segretari di Stato di esserne capaci”.

In merito pero? il segretario Dc Marco Gatti su queste pagine ha dichiarato che portare a termine tutto cio? e? “utopia”. Come si conciliano le due posizioni?

“Utopista e? chi pensa che i problemi si risolvano senza interventi drastici, realismo e progetti precisi, sono convinto che anche Gatti la veda cosi?”.

La Tribuna