Gualtieri, teatro Valle sarà operativo a inizio 2025

E’ “una gioia straordinaria per me oggi aver consegnato le chiavi per l’avvio dei lavori di restauro del teatro Valle – Franca Valeri. Dopo tanti anni e un percorso lungo e tormentato finalmente vediamo una prospettiva di riapertura con delle date certe e soprattutto un progetto di restauro e di riqualificazione di grande valore, adeguato a questo teatro e alla sua straordinaria storia culturale e storica”. Lo dice il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, presentando l’intervento di riqualificazione integrale del complesso architettonico. “E” un momento storico, atteso da tempo da Roma e dal Paese, ci abbiamo lavorato molto – aggiunge -. I lavori dureranno 18 mesi e contiamo che all’inizio del 2025 il Valle, sia pienamente operativo e con una sua programmazione, all’interno della nascente fondazione Teatro di Roma”. Ora “vediamo la luce dopo tanti anni in cui la sorte di questa sala è stata incerta”. Questa nuova tappa “è un simbolo della centralità che vogliamo dare al teatro e alla cultura nella rinascita di Roma”. I lavori, realizzati secondo un progetto dello Studio Berlucchi, sono, co-finanziati con fondi di Roma Capitale e del Ministero della Cultura, per un totale di oltre 6.700.000 euro. Comprendono: il restauro conservativo della sala, degli spazi di distribuzione e circolazione del pubblico, degli scaloni e della facciata progettati da Giuseppe Valadier; la risistemazione degli spazi di supporto alla sala con l’eliminazione delle barriere architettoniche; la rifunzionalizzazione del palcoscenico e delle sue attrezzature e servizi (anche mediante la ricostruzione dei camerini); l’adeguamento e messa a norma degli impianti tecnologici; la realizzazione di una grande vasca di accumulo per l’acqua antincendio sotto la zona posteriore del palcoscenico. Per fare un viaggio nella storia e nelle stratificazioni di quello che è il teatro moderno più antico d’Europa, si potrà visitare dal 10 marzo al Teatro Argentina la mostra “Il Valle, un teatro gajo e lucido”. Un’esposizione (il cui titolo è ispirato a una frase del Valadier), che ne ricostruisce, con una serie di pannelli immersivi e un video per immagini i percorsi architettonici e artistici. Inaugurato il 7 gennaio 1727 con la tragedia Matilde di Farnabio Gioacchino Annutini, Il Valle nacque come ‘casone’ che Camillo Capranica fece costruire all’interno del cortile di Palazzo Capranica nel 1726. E’ del 1822 il progetto del Valadier che volle farne un teatro “gajo e lucido”, rinnovato e in muratura. Tra i grandi artisti che ha ospitato, Cimarosa, Rossini, Donizetti; maestri del teatro di prosa come Adelaide Ristori, Eleonora Duse, Scarpetta, i De Filippo e Pirandello (la cui prima assoluta de I sei personaggi in cerca d’autore andò in scena proprio al Valle il 9 maggio del 1921, e fu accolta dalla contestazione dagli spettatori al grido di “Manicomio! Manicomio!”); per continuare a essere il palcoscenico, fra gli altri, di Vittorio Gassman, Luca Ronconi, Luigi Squarzina, Vito Pandolfi, Luchino Visconti, Mariangela Melato. Chiuso nel 2010 dopo la soppressione dell’Ente teatrale italiano, è tornato parzialmente in attività con l’occupazione pacifica da parte di artisti e attivisti, durata dal 2011 al 2014 per essere poi trasferito, quand’era sindaco Ignazio Marino, a Roma Capitale (l’intitolazione a Franca Valeri è di due anni fa). Dopo anni di progetti e rallentamenti burocratici, nell’autunno del 2021, è stato attivato un ‘cantiere pilota’ nell’ambito del quale sono state definite le modalità operative per l’esecuzione dei lavori, spiega il sovrintendente Claudio Parisi Presicce: “Gli imprevisti sono sempre possibili, ma è stato fatto tutto il possibile per prevenirli”. I 18 mesi di lavori “dovrebbero finire a settembre 2024, ma ci siamo dati come data per la riapertura, per prudenza e realismo, gennaio del 2025” aggiunge il sindaco. Come ripartirà il Teatro Valle, “sarà deciso dal nuovo direttore della fondazione del Teatro di Roma che sceglieremo nei prossimi mesi attraverso un bando europeo” spiega l’assessore Gotor. Poi “ogni teatro – sottolinea Gualtieri – avrà la sua direzione artistica che cercherà di lavorare su una specifica vocazione”.


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