L’Istituto nazionale di sismologia (Insivumeh) del Guatemala ha reso noto oggi che l’attività eruttiva del vulcano Fuego cominciata ieri continua, ma che tuttavia “ora si registra una tendenza al ribasso” del fenomeno.
Infatti questa mattina le autorità del Guatemala hanno evacuato più di 1.000 persone a causa dell’eruzione del vulcano Fuego, il più attivo dell’America Centrale, che stava emettendo “flussi piroclastici” – una miscela ad alta temperatura di gas, cenere e frammenti di roccia – “che scendono con grande velocità lungo i fianchi del complesso vulcanico”. Un funzionario della protezione civile, Oscar Cossio, ha dichiarato che 1.054 persone sono state evacuate da cinque comunità ai piedi del vulcano e trasferite in un palazzetto dello sport. L’eruzione, avvenuta giovedì, ha formato una colonna di cenere alta più di 6.000 metri.
L’ultimo bollettino vulcanologico segnala al riguardo “da tre a cinque deboli esplosioni l’ora”, che “hanno generato una colonna di cenere a un’altezza di 4.400-4.600 metri sul cratere, che si dissolve verso ovest e nord”.
A causa dell’attività del vulcano, comunica poi l’Istituto, “si sono generate alcune deboli e moderate valanghe intorno al cratere, e in direzione della scarpata di Ceniza, raggiunta anche da un flusso lavico incandescente”.
Il fenomeno lavico, aggiunge Insivumeh, ha anche generato una abbondante dispersione di ceneri sui numerosi villaggi che si trovano nelle vicinanze del Fuego. Un funzionario del centro, Rodolfo Garcia, ha stimato che 130.000 persone vivono in aree esposte alla caduta della cenere, che ha coperto un’area fino a 100 chilometri dal cratere.
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