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  • Guede, quella notte avrei voluto fare di più

    (ANSA) – BASTIA UMBRA (PERUGIA), 19 NOV – Rudy Guede è
    l’unico condannato per l’omicidio di Meredith Kercher, ora da
    uomo libero dopo avere scontato una condanna a 16 anni di
    reclusione ha scritto un libro, “Il beneficio del dubbio, la mia
    storia” che ha presentato anche a Bastia Umbra, a pochi
    chilometri da Perugia dove ci fu il delitto. Nel volume parla
    della sua vita ma, nell’intervista alla quale non si sottrae,
    anche della sera in cui morì la studentessa inglese. “Quella
    notte avrei voluto fare di più, andare per strada, urlare e
    attirare l’attenzione su di me, magari chiamare un’ambulanza.
        Purtroppo avevo 20 anni e la mia età ha fatto sì che non mi
    fermassi un attimo e prendesse il sopravvento la paura che mi ha
    spinto a scappare via” racconta.
        Guede si presenta con maglioncino grigio dal quale spunta il
    colletto della camicia bianca e calzoni bluette. Seguito da
    un’addetta stampa risponde ai cronisti prima della presentazione
    del volume in uno degli stand di “Fà la cosa giusta, fiera del
    consumo critico e degli stili di vita sostenibili”. “Adesso –
    spiega – sono una persona che ahimè è maturata tra le mura
    carcerarie. Avrei voluto crescere diversamente ma per quanto
    dolore mi abbia lasciato dentro mi ha dato la forza di andare
    avanti e di lottare, di mettermi a disposizione degli altri. Ho
    capito che non si è mai soli e questo ti dà la forza. La cosa
    che mi ha fatto più male? Essere risucchiato in una vicenda più
    grande di me e in un vortice giudiziario nel quale mi sono visto
    descrivere come non ero”.
        “Il libro nasce per parlare per la prima volta di me stesso –
    dice ancora Guede – e permettere di far conoscere chi sono
    veramente. Con il beneficio del dubbio ho ricostruito la mia
    infanzia, la mia adolescenza in Italia e il percorso carcerario
    ma anche il dopo. Parlo di me stesso nel bene e nel male, dei
    pregi e dei difetti”.
        “Quello con Guede è stato un incontro con una persona – spiega Pierlugi Vito, coautore del libro -, non con un caso
    giudiziario o con due righe di cronaca. Con qualcuno che vedeva
    la sua storia deformata. Per tirare fuori un Rudy che ha
    scontato la sua condanna e ora è il dottor Guede dopo essersi
    laureato in carcere”. (ANSA).
       


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