Ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha fatto il punto sul conflitto in Ucraina, analizzando i punti principali di interesse anche per il nostro Paese. Al 18esimo giorno di guerra, è chiaro ed evidente che Vladimir Putin avrebbe voluto un conflitto molto più breve. Probabilmente aspettandosi un’altra reazione da parte del popolo ucraino.
“La situazione sul campo è molto diversa da come Putin immaginava nel momento in cui ha iniziato l’offensiva, pensava ad una guerra lampo e alla capitolazione dell’Ucraina ma per una serie di ragioni, innanzitutto la resistenza eroica della popolazione e dell’esercito, è una situazione di stasi“, ha spiegato il ministro, sottolineando che “oggi Putin ha deciso di innalzare l’attività militare e i bombardamenti. Rispetto agli obiettivi di Putin se può avere una vittoria tattico militare, ha una sconfitta strategica, voleva meno Nato ne ha di più, contava su Ue divisa e l’ha trovata compatta“.
Ed è anche la compattezza della Nato e dell’Unione europea che ha, in parte, sparigliato i piani di Vladimir Putin. Ma l’obiettivo dei Paesi occidentali in questo momento non è quello di entrare in guerra contro la Russia. L’aiuto offerto finora consiste nel fornire strumenti e armi per la resistenza all’invasione, non uomini e mezzi, perché in quel caso ci sarebbe un’estensione del conflitto che rischierebbe di ampliare il dramma, non di fermare la guerra.
Ed è in quest’ottica che va letto il rifiuto della Nato di impegnarsi nell’istituzione della no fly zone sull’Ucraina, come ribadito anche dal ministro Guerini da Fabio Fazio: “Significherebbe inviare aerei della Nato e significherebbe entrare in guerra ed è un’opzione assolutamente non perseguibile. C’è stata una risoluzione votata in maniera unanime dal Parlamento per mostrare il sostegno inviando armi all’Ucraina. Che tipo di armi? Abbiamo secretato il documento sulle armi, ma posso dire che sono armi di controaerea e controcarro“.
L’Europa unita, così come gli Stati Uniti, il Canada e altri Paesi occidentali hanno risposto all’invasione attuata da Vladimir Putin con vari pacchetti di sanzioni che hanno l’obiettivo di limitare l’azione russa e di non far affluire fondi per gli armamenti militari. Ma ciò non toglie che tutti i Paesi siano impegnati nella difesa dei confini della Nato e che le forze militari siano pronte ad agire in caso di interferenza: “La Nato non permetterà che alcun centimetro dell’Europa venga attaccato dalla Russia. Putin sta facendo i conti sbagliati“.
Ora l’obiettivo di tutti è interrompere la guerra in Ucraina e ristabilire i canali del dialogo, purché siano sinceri e realmente costruttivi: “I dialoghi diretti tra Kiev e Mosca vanno incoraggiati. Finora non ho visto un dialogo sincero da parte di Putin né la volontà di arrivare a una soluzione diplomatica. La speranza, anche ridotta al lumicino, va coltivata“. In questo scenario si inserisce l’incontro tra il Consigliere per la sicurezza nazionale americana e l’omologo cinese, perché “è importante il lavoro diplomatico tra Stati Uniti e Cina, credo che insieme possano condizionare uno sviluppo positivo” della guerra, anche se mentre si tenevano i colloqui “Putin ha continuato a bombardare addirittura i corridoi umanitari“.
Quando verrò ritrovata la pace, Lorenzo Guerini ha sottolineato che ci dovrà essere un impegno concreto da parte della comunità internazionale per aiutare l’Ucraina a trovare una prospettiva oltre questo conflitto. “Dobbiamo ringraziare chi ci racconta ciò che sta avvenendo in Ucraina e ci aiuta a combattere la propaganda con cui anche il conflitto in Ucraina ha dovuto fare i conti“, ha aggiunto il ministro della Difesa.
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