Guerra in Ucraina, Putin detta le condizioni agli Usa: “Tregua solo con il ritiro di Kiev e il riconoscimento dei territori”

A pochi giorni dall’avvio dei negoziati tra le delegazioni di Mosca e Washington, Vladimir Putin ha tracciato la linea rossa del Cremlino per una possibile cessazione delle ostilità. Parlando al termine di una visita istituzionale in Kirghizistan, il presidente russo ha chiarito che lo stop alle armi è subordinato al ritiro delle forze ucraine dai territori rivendicati dalla Russia.

Il leader della Federazione ha posto l’accento su una questione che ritiene cruciale per le trattative previste all’inizio della prossima settimana con gli Stati Uniti: la richiesta che la sovranità russa sulla Crimea e sul Donbass venga riconosciuta dalla comunità internazionale non solo come dato di fatto, ma con piena validità legale. Pur non specificando se l’ultimatum sul ritiro riguardi esclusivamente Donetsk e Lugansk o si estenda anche alle regioni di Kherson e Zaporizhzhia, Putin è stato categorico sulla metodologia: se le truppe di Kiev non abbandoneranno le posizioni spontaneamente, l’esercito russo procederà a prenderle con la forza. A supporto di questa tesi, il presidente ha citato le difficoltà dell’Ucraina nel rimpiazzare le perdite al fronte, sostenendo che Kiev soffra di un grave deficit di uomini.

Sul fronte diplomatico, l’interlocutore atteso a Mosca è l’inviato speciale americano Steve Witkoff. Putin ha respinto le speculazioni che vorrebbero il diplomatico troppo vicino alle posizioni russe, descrivendolo invece come un funzionario che difende gli interessi del proprio Paese ma con il quale è possibile mantenere un dialogo civile e costruttivo. Il confronto prenderà le mosse anche da quanto discusso domenica scorsa a Ginevra tra Stati Uniti e Ucraina in merito al piano di pace in 28 punti, che Mosca considera una possibile base di partenza per futuri accordi, nonostante le riserve espresse sulla legittimità del mandato presidenziale di Volodymyr Zelensky.

In chiusura, il capo del Cremlino ha voluto smentire le voci su possibili mire espansionistiche verso l’Europa occidentale, definendo tali ipotesi come menzogne e dichiarandosi pronto a sottoscrivere impegni ufficiali di non aggressione. Toni decisamente più aspri sono stati riservati alla questione economica: l’ipotesi che gli asset russi congelati in Europa vengano utilizzati a favore dell’Ucraina è stata definita un furto, un atto al quale Mosca ha annunciato di aver già preparato un pacchetto di contromisure.