Guerra in Ucraina, scontro su fondi e strategia: Orban accusa Kiev, Zelensky ammette serie difficoltà nella città strategica di Pokrovsk

La situazione ucraina è al centro di un duro scontro diplomatico e di una realistica valutazione militare. Nella giornata di oggi, 13 novembre, il premier ungherese Viktor Orban ha lanciato un attacco frontale contro Kiev, accusandola di gestire una “mafia di guerra”, mentre il presidente Volodymyr Zelensky ha ammesso le gravi difficoltà delle sue truppe a Pokrovsk. A fare da contrappunto, la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, ha ribadito il pieno sostegno a Kiev, prevedendo il fallimento dell’offensiva invernale di Putin.

L’attacco più duro è arrivato dal primo ministro ungherese. Attraverso i suoi canali social, Viktor Orban ha affermato che l’illusione di un’Ucraina integra sta crollando, denunciando l’esistenza di una rete mafiosa legata al presidente Zelensky. Secondo Orban, l’invio di denaro dei contribuenti europei a Kiev si traduce in fondi che finiscono nelle tasche di questa “mafia di guerra”, definendo la situazione una “follia”. Ha quindi ribadito la ferma opposizione dell’Ungheria a inviare fondi in Ucraina e a cedere a quelli che ha definito i ricatti finanziari del presidente ucraino.

Dall’Ucraina, il presidente Zelensky ha offerto un quadro schietto della situazione militare. In un’intervista, ha confermato che lo scenario a Pokrovsk è “molto difficile”. Ha precisato che qualsiasi decisione su un eventuale ritiro delle truppe spetta esclusivamente ai comandanti sul campo, sottolineando che la vita dei soldati è più importante delle “rovine”. Zelensky ha inoltre esposto la sua analisi strategica, secondo cui la Russia punta a una vittoria a Pokrovsk per tentare di convincere l’ex presidente Trump, in caso di rielezione, della necessità che l’Ucraina ceda l’intero Donbass. Tuttavia, ha garantito che Kiev non abbandonerà i suoi territori orientali, poiché non vi è alcuna certezza che un’avanzata russa si fermerebbe lì.

In netto contrasto con la posizione ungherese, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha confermato la linea del pieno supporto a Kiev. Intervenendo alla plenaria del Parlamento Europeo, ha dichiarato che il tentativo di Putin di usare l’inverno come arma e di terrorizzare il popolo ucraino è destinato a fallire ancora una volta. Ha assicurato che l’Europa continuerà a rafforzare la resistenza ucraina, aiutando a riparare i danni, a stabilizzare la rete energetica con esportazioni di elettricità e a proteggere le infrastrutture critiche con nuove attrezzature anti-drone.

Queste dichiarazioni incrociate delineano un quadro complesso, con profonde divisioni politiche in Europa sulla gestione del conflitto e una situazione militare sul campo che si preannuncia decisiva con l’arrivo dell’inverno. La tenuta del fronte interno ucraino e di quello diplomatico europeo sarà fondamentale per determinare gli sviluppi futuri della guerra.