Guerra Mosca-Kiev, vacilla il fronte antirusso nell’UE. Orban a Roma, asse con Salvini per creare un blocco anti-Ucraina. Tajani frena: “Noi con Kiev”

La visita a Roma del premier ungherese Viktor Orban ha riacceso i riflettori sulla strategia sovranista in Europa, culminando ieri in un incontro con il vicepremier Matteo Salvini volto a rafforzare un fronte critico verso Bruxelles. L’obiettivo di Orban è creare un blocco di veto in Consiglio europeo, soprattutto sul sostegno all’Ucraina, un’iniziativa che ha subito provocato la netta presa di distanza del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, evidenziando le tensioni nella maggioranza.

L’incontro di ieri al Ministero dei Trasporti tra Orban e Salvini, definito “affettuoso” dallo staff del leader leghista, è servito a consolidare la loro alleanza politica all’interno dei Patrioti europei. Durante il colloquio si è discusso di pace, ma soprattutto di una critica condivisa al Green Deal e a quelle che entrambi definiscono “politiche suicide” dell’Unione Europea. Lo stesso Orban ha parlato di un impegno comune per difendere le nazioni e costruire un’Europa di Stati sovrani.

La reazione di Tajani, impegnato in una visita in Mauritania, è stata netta. Il ministro degli Esteri ha precisato che la linea politica del governo è una sola, espressa da lui e dalla premier Giorgia Meloni, e resta saldamente a sostegno di Kiev, definendo le altre come “posizioni individuali”. Una chiara demarcazione rispetto all’iniziativa del suo alleato di governo.

La strategia di Orban, in vista delle elezioni ungheresi di aprile, punta a rinvigorire il Gruppo di Visegrad, cercando sponda nei nazionalisti Andrej Babis a Praga e Robert Fico a Bratislava, per creare un asse capace di porre veti sul sostegno a Kiev, isolando di fatto la Polonia di Donald Tusk. La missione romana di Orban era iniziata l’altro ieri con un incontro con la premier Meloni, incentrato però principalmente su temi di competitività economica.

La visita ha generato polemiche anche sul fronte mediatico. Il consigliere politico di Orban ha accusato il quotidiano La Repubblica di “manipolazione politica” per un’intervista, accusa respinta con forza dalla direzione del giornale. Lo scontro si aggiunge a un precedente attacco ungherese alla trasmissione Report, spingendo le opposizioni, con Elly Schlein e Nicola Fratoianni, a chiedere a Meloni di difendere la libertà di stampa. In un’intervista televisiva ieri sera, Orban ha poi ribadito le sue dure posizioni su Ilaria Salis, definendola “una criminale che deve stare in galera”.