Guerra. Note esplicative per i fifoni E per gli smidollati … di Sergio Pizzolante

Una delle argomentazioni ricorrenti dei super esperti che hanno sostituito i super virologi nelle trasmissioni televisive è questa: le sanzioni non servono a nulla, costano più a noi, i russi sostituiranno gli europei con la Cina.
Non è proprio così.
Questa argomentazione non vuole essere alternativa alla guerra. Chi la sostiene non lo fa, come sarebbe logico, per sostenere una tesi più bellicosa, la guerra.
Lo fa per sostenere la resa.
Insomma, non c’è nulla da fare, basta sanzioni, no guerra, gli ucraini si devono arrendere.
Lo fa perché mentre gli ucraini combattono, loro non vogliono rinunciare a nulla.
La sera il gas deve pompare a 22 gradi.
E se la televisione fa vedere i bambini privi di vita in strada, beh, Zelensky la smetta, ha le sue colpe anche lui.
Così, in molti, sostituiscono il cuore con la melma, il cervello con la sabbia, le palle con la polvere.
Le sanzioni servono. E devono crescere.
Preferisco stare un mese al freddo, o quello che serve, per non avere Putin alla porta.
Per non vedere trionfare, di nuovo, la logica di guerra di occupazione, dopo 70 anni, per non vedere le democrazie sopraffatte dai dittatori, in diretta mondiale.
Leggete questo articolo di Luciano Capone su Il Foglio.
Che ricostruisce un saggio di Paul Krugman, premio Nobel per l’economia. Esperto di commercio internazionale.
Ne capirete di più.
Sergio Pizzolamte