Padre Graziano venerdì 15 maggio davanti al tribunale del Riesame chiede la libertà attraverso il suo avvocato Luca Fanfani. La decisione potrebbe arrivare il giorno stesso, ma il collegio può anche riservarsi, ma sarà in ogni caso una sentenza a stretto giro.
E’ uno snodo fondamentale nella vicenda di Guerrina Piscaglia, la donna scomparsa da Cà Raffaello il primo maggio 2014 e che secondo la Procura di Arezzo ed il Gip Piergiorgio Ponticelli è stata uccisa daGratien Alabi che ne ha poi occultato il cadavere. L’impianto accusatorio si basa su forti indizi raccolti dai carabinieri a carico del sacerdote congolese, ma ci sono anche molte lacune. Ecco dunque che il vaglio dei giudici fiorentini rappresenta un passaggio destinato a incidere su tutto il procedimento. L’avvocato Fanfani che ha già depositato alcuni motivi, altri e molto forti ne aggiungerà per demolire l’ordinanza di arresto scattata il 23 aprile scorso, giusto in tempo prima che padre Graziano, prima indagato per favoreggiamento verso ignoti, potesse lasciare l’Italia. Frequentazione con la parrocchiana, appuntamento con lei il giorno della scomparsa, utilizzo del telefonino della vittima, depistaggi, comportamenti successivi disinibiti e minacciosi sono gli elementi su cui si fonda l’accusa. La difesa ribatte puntando il dito contro indagini ritenute incomplete e a senso unico, contraddittorietà delle testimonianze, illogicità della ricostruzione del delitto per tempi e luoghi. Padre Graziano attende l’udienza “speranzoso”, come lo definisce chi lo ha incontrato in carcere, mentre i familiari della Piscaglia rinnovano la loro fiducia nella magistratura. Corriere di Arezzo