U N I T E D N A T I O N S N A T I O N S U N I E S
THE SECRETARY-GENERAL
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OP-ED: “A RESCUE PLAN FOR SUSTAINABLE DEVELOPMENT”
June 2025
*Rubrica internazionale a cura di David Oddone, giornalista referente Onu per la Repubblica di San Marino
Questo mese, i leader si riuniranno a Siviglia, in Spagna, per una missione di salvataggio: aiutare a sistemare il modo in cui il mondo investe nello sviluppo sostenibile.
La posta in gioco non potrebbe essere più alta. Un decennio dopo l’adozione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2015-2030 e di molti impegni globali per finanziarli, due terzi degli obiettivi sono in ritardo. E il mondo sta perdendo oltre 4.000 miliardi di dollari all’anno in risorse di cui i Paesi in via di sviluppo hanno bisogno per mantenere queste promesse entro il 2030.
Nel frattempo, l’economia globale rallenta, le tensioni commerciali aumentano, i bilanci per gli aiuti vengono tagliati mentre salgono le spese militari e la cooperazione internazionale è sottoposta a una pressione senza precedenti.
La crisi dello sviluppo globale non è astratta. Si misura in famiglie che vanno a letto affamate, bambini non vaccinati, ragazze costrette ad abbandonare la scuola e intere comunità private dei servizi di base.
Dobbiamo correggere la rotta. E cominciamo a farlo alla Quarta Conferenza Internazionale sul Finanziamento dello Sviluppo di Siviglia, che ha il mandato di adottare un piano ambizioso e sostenuto a livello globale per investire negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Tale piano dovrebbe includere tre elementi essenziali.
In primo luogo, Siviglia deve contribuire ad accelerare il flusso di risorse verso i Paesi che ne hanno più bisogno. Rapidamente. I Paesi devono essere alla guida del processo, mobilitando le risorse nazionali, rafforzando la raccolta delle entrate e affrontando evasione fiscale, riciclaggio di denaro e flussi finanziari illeciti attraverso la cooperazione internazionale. Si otterrebbero così le risorse necessarie per dare priorità alla spesa in settori di maggiore impatto come istruzione, sanità, occupazione, protezione sociale, sicurezza alimentare e energie rinnovabili.
Al tempo stesso, sia le banche di sviluppo nazionali sia quelle di sviluppo regionali e multilaterali devono unirsi per finanziare grandi investimenti. Per questo, la capacità di prestito di queste banche deve essere triplicata, in modo che i Paesi in via di sviluppo possano accedere meglio ai capitali a condizioni accessibili e con tempi più lunghi.
Questo maggiore accesso dovrebbe includere il reincanalamento delle riserve incondizionate – o Diritti Speciali di Prelievo – verso i Paesi in via di sviluppo, preferibilmente attraverso le Banche Multilaterali di Sviluppo per moltiplicarne l’impatto.
Anche gli investimenti privati sono essenziali. Le risorse possono essere sbloccate rendendo più facile per i finanziamenti privati sostenere progetti di sviluppo bancabili e promuovendo soluzioni che attenuino i rischi valutari e combinino in modo più efficace i finanziamenti pubblici e privati. I donatori devono inoltre mantenere le loro promesse di sviluppo.
In secondo luogo, occorre riorganizzare il sistema del debito globale, che è iniquo e non funziona.
L’attuale sistema di prestito è insostenibile e i Paesi in via di sviluppo ne hanno poca fiducia. E’ facile capire perché: il servizio del debito è un rullo compressore che stritola i guadagni dello sviluppo, per un ammontare di oltre 1.400 miliardi di dollari all’anno. Molti governi sono costretti a spendere più per il pagamento del debito che per beni essenziali come sanità e istruzione.
Siviglia deve portare a misure concrete per ridurre i costi dei prestiti, facilitare la ristrutturazione tempestiva del debito per i Paesi gravati da un debito insostenibile e impedire che le crisi del debito si verifichino.
Prima della conferenza, alcuni Paesi hanno avanzato proposte per alleggerire l’onere del debito dei Paesi in via di sviluppo. Tra queste, la possibilità di sospendere più facilmente il servizio del debito nei momenti di emergenza, l’istituzione di un registro unico del debito per rafforzare la trasparenza e il miglioramento delle modalità di valutazione dei rischi nei Paesi in via di sviluppo da parte di FMI, Banca Mondiale e agenzie di rating.
Infine, Siviglia deve aumentare la voce e l’influenza dei Paesi in via di sviluppo nel sistema finanziario internazionale, in modo che questo ne serva meglio le esigenze.
Le istituzioni finanziarie internazionali devono riformare le proprie strutture di governance per consentire una maggiore voce e partecipazione dei Paesi in via di sviluppo alla gestione delle istituzioni da cui dipendono. Il mondo ha anche bisogno di un sistema fiscale globale più equo, che sia modellato da tutti i governi, non soltanto da quelli più ricchi e potenti.
La creazione di un “club dei mutuatari” in cui i Paesi possano coordinare i loro approcci e imparare gli uni dagli altri è un altro passo promettente per affrontare gli squilibri di potere.
L’incontro di Siviglia non ha nulla a che fare con la carità. Si tratta di giustizia e di costruire un futuro in cui i Paesi possano prosperare, costruire, commerciare e prosperare insieme.
Nel nostro mondo sempre più interconnesso, un futuro diviso tra chi ha e chi non ha è una ricetta per una maggiore insicurezza globale, che continuerà ad appesantire il progresso per tutti.
Con un rinnovato impegno e un’azione globale, Siviglia può dare nuovo slancio per ripristinare la fiducia nella cooperazione internazionale e realizzare uno sviluppo sostenibile per le persone e il pianeta.
A Siviglia, i leader devono agire insieme per rendere questa missione di salvataggio un successo.
di Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite
VERSIONE ORIGINALE:
This month, leaders will gather in Sevilla, Spain, on a rescue mission: to help fix how the world invests in sustainable development.
The stakes could not be higher. A decade after the adoption of the Sustainable Development Goals and many global commitments to finance them, two-thirds of the targets are lagging. And the world is falling short by over $4 trillion annually in the resources developing countries need to deliver on these promises by 2030.
Meanwhile, the global economy is slowing, trade tensions are rising, aid budgets are being slashed while military spending soars, and international cooperation is under unprecedented strain.
The global development crisis is not abstract. It is measured in families going to bed hungry, children going unvaccinated, girls being forced to drop out of school and entire communities deprived of basic services.
We must correct course. That begins at the Fourth International Conference on Financing for Development in Sevilla, where an ambitious, globally supported plan to invest in the Sustainable Development Goals must be adopted.
That plan should include three essential elements.
First, Sevilla must help accelerate the flow of resources to the countries who need it most. Fast.
Countries must be in the driver’s seat, mobilizing domestic resources by strengthening revenue collection and addressing tax evasion, money laundering and illicit financial flows through international cooperation. This would provide much-needed resources to prioritize spending on areas with the greatest impact such as education, healthcare, jobs, social protection, food security, and renewable energy.
At the same time, national development banks, regional and Multilateral Development Banks need to come together to finance major investments.
To support this, the lending capacity of these banks needs to triple so developing countries can better access capital on affordable terms with longer timelines.
This increased access should include re-channeling of unconditional reserve assets — or Special Drawing Rights — to developing countries, preferably through Multilateral Development Banks to multiply their impact.
Private investment is also essential. Resources can be unlocked by making it easier for private finance to support bankable development projects and by promoting solutions that mitigate currency risks and combine public and private finance more effectively.
Throughout, donors must keep their development promises.
Second, we must fix the global debt system. It is unfair and broken.
The current borrowing system is unsustainable, and developing countries have little confidence in it. It’s easy to see why. Debt service is a steamroller crushing development gains, to the tune of more than $1.4 trillion a year. Many governments are forced to spend more on debt payments than on essentials like health and education combined.
Sevilla must result in concrete steps to reduce borrowing costs, facilitate timely debt restructuring for countries burdened by unsustainable debt, and prevent debt crises from unfolding in the first place.
In advance of the conference, a number of countries put forward proposals to ease the debt burden on developing countries. This includes making it easier to pause debt service in times of emergency; establishing a single debt registry to strengthen transparency; and improving how the IMF, World Bank and credit-ratings agencies assess risks in developing countries.
Finally, Sevilla must raise the voice and influence of developing countries in the international financial system so it better serves their needs.
International financial institutions must reform their governance structures to enable greater voice and participation of developing countries in the management of the institutions they depend on.
The world also needs a fairer global tax system, one shaped by all governments — not just the wealthiest and most powerful.
The creation of a “borrowers club” for countries to coordinate their approaches and learn from one another is another promising step toward addressing power imbalances.
The meeting in Sevilla is not about charity. It’s about justice, and building a future in which countries can thrive, build, trade, and prosper together. In our increasingly interconnected world, a future of haves and have-nots is a recipe for even greater global insecurity that will keep weighing down progress for all.
With renewed global commitment and action, Sevilla can spark new momentum to restore a measure of faith in international cooperation and deliver on sustainable development for people and planet.
In Sevilla, leaders must act together to make this rescue mission a success.