Ha ragione Berlusconi. Quella di Berlusconi è l’unica proposta capace di scuotere la campagna elettorale. Per adesso … di Sergio Pizzolante

Dice che se un cittadino viene assolto in primo grado, il Pm non può fare appello.
Ricordiamo che per la Costituzione italiana il Pm non è magistrato di accusa. È, dovrebbe essere, magistrato di accusa e difesa, ha, dovrebbe avere, la responsabilità di cercare sia prove contro l’imputato sia a favore.
Sappiamo che non è sempre così, quasi mai così, sappiamo che un magistrato storico della Procura di Milano, ad esempio, è sotto processo con l’accusa di aver occultato le prove a discolpa degli imputati dell’Eni, sua ossessione da quando si dimenticò in carcere Gabriele Cagliari. Morto suicida.
Ora un Pm,che dopo una inchiesta preliminare, dove è protagonista assoluto, dove può tutto, vita e morte, dove può tenere in carcere o ai domiciliari un uomo( innocente sino a prova contraria), per mesi e anni, un uomo già stato condannato e distrutto dai giornali, dai giornalisti che scrivono sotto dettatura delle procure, dopo tutto questo, quel Pm non è riuscito a trovare uno straccio di prova contro, magari dopo non aver cercato una prova a favore.
Quel Pm chiede anche l’appello?
Contro una assoluzione di un suo collega giudice?
Non si dovrebbe.
Questo è quello che dice Berlusconi.
E ha ragione.
Non si dovrebbe perché,non solo quel Pm, in anni di inchiesta non è riuscito a trovare prove di colpevolezza, ma perché, anche, con l’appello si potrebbe violare( e lo si viola quasi sempre) un principio giuridico fondamentale: un uomo di fronte ad ogni ragionevole dubbio va assolto.
Sempre.
Se vieni prima assolto e poi condannato il dubbio è ragionevole.
Quindi dovresti essere assolto.
Sempre.
Quasi mai.
Tenere un uomo, un politico, un imprenditore, sotto inchiesta per 10 anni, è stato, è, lo strumento delle correnti della magistratura, della stampa complice, dei partiti beneficiari, per cambiare il corso della storia.
E il senso più profondo della democrazia.
È successo più volte, tante volte.
È una forma moderna di autoritarismo.
Naturalmente i grandi giornali nazionali titolano contro la proposta.
Attacco alle toghe. Dicono.
L’Anm entra a gamba tesa nella campagna elettorale e i velinisti delle procure dei grandi giornali partono all’attacco.
Mangiano quella minestra offerta dalle procure da 30 anni.
Parlano con la pancia.
E poi fanno gli anti populisti, si scandalizzano per il populismo altrui, per l’autoritarismo altrui, per il fascismo altrui.
Che è dentro di loro.
Da 30 anni.
Sergio Pizzolante