
La linea del governo sulla regolamentazione dell’attività delle Organizzazioni non governative inizia a dare i suoi primi frutti pratici. Le autorità italiane hanno disposto il fermo della nave Louise Michel contestando delle violazioni proprio del nuovo decreto partorito dall’esecutivo di centrodestra. A renderlo noto sono stati gli stessi attivisti, aggiungendo che allo stato attuale non sarebbe arrivata ancora una spiegazione ufficiale da parte delle autorità.
La violazione del decreto
L’Ong si trova in stato di fermo nel porto di Lampedusa per presunte violazioni del decreto sull’immigrazione. Nelle scorse ore l’equipaggio aveva salvato altre 67 persone da due barche, una delle quali alla fine si è capovolta. Dopo il terzo salvataggio era stato assegnato Lampedusa come porto di sicurezza più vicino per i 180 sopravvissuti a bordo. Durante lo sbarco in prima mattinata erano già stati informati che la nave era in fermo per una possibile violazione del nuovo decreto del nostro Paese.
Al momento non è ancora chiaro per quali violazioni al decreto Ong sia scattato il fermo. Comunque, stando a quanto riferito dall’Ansa, la nave è stata sottoposta a controlli per quanto riguarda le autorizzazioni rilasciate dalle competenti autorità dello Stato di bandiera e sui requisiti di idoneità nautica alla sicurezza della navigazione.
Tra le altre cose il decreto prevede che le modalità di ricerca e soccorso in mare da parte della nave non devono creare situazioni di pericolo a bordo né impedire di raggiungere tempestivamente il porto di sbarco. Le misure per la gestione dei flussi migratori e la semplificazione procedimentale in materia di immigrazione rappresentano la base di un nuovo sistema di regole e di sanzioni nei confronti delle navi delle Organizzazioni non governative che non rispettano le regole, prevedendo così una vera e propria stretta.
Ora l’Ong frigna
Dalla Louise Michel sono giunte puntuali le polemiche per il provvedimento adottato verso la nave: le lamentele riguardano non solo la mancanza di una motivazione della decisione, ma anche l’impossibilità di tornare in mare per proseguire la propria attività. “Sappiamo di dozzine di barche in pericolo proprio di fronte all’isola in questo preciso momento, eppure ci viene impedito di prestare assistenza. Questo è inaccettabile!“, è la presa di posizione palesata su Twitter alla luce del fermo al porto di Lampedusa.
1/2 24h after being told that our ship is detained, we still do not have an official written justification for the detention. We know of dozens of boats in distress right in front of the island at this very moment, yet we are being prevented from assisting. This is unacceptable! pic.twitter.com/FHxc5Xtpiy
— LouiseMichel (@MVLouiseMichel) March 26, 2023
Inoltre viene sottolineato che le autorità europee “sono pienamente consapevoli” delle persone in pericolo nella loro zona Sar. “Tuttavia impediscono a Louise Michel di lasciare il porto e prestare assistenza. Diverse vite sono state perse ieri in 2 naufragi“, è la denuncia sui social. Sulla situazione che si è creata si è espresso anche Luca Casarini, capomissione di Mediterranea Saving Humans, che ha bollato come “assurda” la scelta di trattenere la nave di soccorso in porto: “Qui non si tratta di slogan, ma di vite umane che si possono e si devono salvare“.
—
Fonte originale: Leggi ora la fonte