Habemus Sandbox: una “fumata bianca” sveglia San Marino dal letargo tech… Ma le banche hanno ampia scorta di sonnifero! … di Enrico Lazzari

Miracolo a Milano? No, miracolo sul Titano… Alla fine, seppure – visti i tempi – con la reattività di un bradipo sotto sedativi, anche la Repubblica ce l’ha fatta. L’ultimo atto è andato in scena proprio in questi giorni: la Commissione Consiliare Permanente Finanze ha approvato il Progetto di Legge sulle “Disposizioni in materia di Sandbox Normative”. Il Segretario di Stato Rossano Fabbri esulta, parlando di un posizionamento del Paese come “autentico acceleratore di impresa e hub tecnologico” (leggi qui). E fin qui la cronaca dei fatti…

Parole belle. Suggestive. Quasi commoventi. Se non fosse che io, da osservatore esterno che guarda alle vostre dinamiche con un misto di affetto e incredulità, ho visto San Marino passare gli ultimi sei anni a guardare il treno dell’innovazione sfrecciare davanti alla stazione, salutarvi con la manina e sparire all’orizzonte, mentre voi eravate occupati ad inscenare una scena epica di “Amici Miei”: prendere a schiaffi coloro che passavano, per poi tornare a discutere del sesso degli angeli nelle vostre commissioni e in San Marino Innovation.

Va detto, per onestà intellettuale — merce rara di questi tempi — che questo fiore sboccia oggi, ma il seme fu piantato da altri. È giusto riconoscere a Domani – Motus Liberi (e all’ex Segretario Fabio Righi, che all’epoca predicava nel deserto) la primogenitura di una visione che oggi, persino dai banchi scomodi dell’opposizione, rivendicano con l’orgoglio di chi aveva visto lungo quando la politica guardava il dito e non la luna. Meglio tardi che mai? Forse. Spero di sì…

Ma prima che stappiate il Dom Pérignon, suggerisco un bagno di realtà. E l’acqua, signori miei, è gelida. Perché questa legge arriva mentre il cimitero delle occasioni che avete perso è ormai più affollato di quello di Montalbo.

Vogliamo parlare di VeChain? Mentre a San Marino vi beavate di convegni autoreferenziali, loro – dovendo aprire anche altrove – si sono confermati il gigante globale che apparivano. Hanno fatto bella mostra di sé agli Internazionali di tennis di Torino, che hanno visto Sinner trionfare e quindi l’intera Penisola inchiodata alla TV; vantano partnership con Walmart, BMW, LVMH; racciano la filiera del lusso e del cibo in mezzo mondo… Avevano bussato alla vostra porta. Hanno trovato chiuso. O meglio, hanno trovato l’incapacità di capire.

Vogliamo infierire ancora un po’ citando Mintlayer? Facile… Un progetto nato per portare la finanza decentralizzata sulla blockchain più sicura del mondo. Roba da farvi diventare la Svizzera 4.0. Invece? Invece se ne sono andati. Hanno preferito la sabbia rovente di Dubai alle vostre sabbie mobili burocratiche. Cercateli oggi. Non sono falliti. A Dubai hanno trovato uffici, conti correnti, legislazione, velocità. Macinano volumi, sviluppano codice con RBB Lab, assumono. Voi avete conservato la vostra “purezza” burocratica, loro hanno fatto i soldi e il futuro. Chi è il furbo e chi è il fesso, in questa storia?

Eppure, sarò pazzo, ma oggi sono ottimista. Voglio credere che questa Sandbox sia l’antidoto. Voglio sperare che dentro San Marino Innovation – nel recente “maquillage” – abbiano finalmente licenziato il “Signor No” e assunto qualcuno che capisca che una startup non è un nemico da abbattere a colpi di carta bollata, ma una piantina da innaffiare, concimare e “coccolare”. Se l’approccio cambia, se smettete di fare i vigili urbani per fare gli allenatori, forse qualche VeChain del futuro riuscite a intercettarla prima che compri il biglietto per gli Emirati.

Ma c’è un “ma”. Un macigno gigantesco che pende sulle vostre teste come una spada di Damocle arrugginita: le vostre Banche. Ah, il sistema bancario sammarinese. Quell’idilliaco mondo fatato dove l’innovazione è vista con lo stesso terrore con cui un vampiro guarda una treccia d’aglio.

Diciamocelo chiaramente: la Sandbox è una Ferrari. Avete costruito una pista da Formula 1 bellissima, asfaltata di fresco, con le curve paraboliche per testare l’Intelligenza Artificiale, il nuovo fantasmagorico robot o la nuova diavoleria tech che ancora neppure possiamo immaginare. Ma se poi obbligate i piloti a correrci sopra trainati dai muli perché le banche non gli mettono la benzina (leggi: il conto corrente), l’opportunità diventa comica da Stanlio e Ollio. È inutile che il Governo faccia le norme “smart” se poi il direttore di filiale locale chiede ancora il bilancio vidimato col timbro a secco del 1985 e, quando sente la parola “crypto” o “algoritmo”, sbianca e pigia l’allarme rosso per far accorrere la sicurezza.

Oggi le vostre banche sembrano ancora contare col pallottoliere, mentre il mondo transa in nanosecondi. Se arriva una startup che vuole cambiare il mondo e la prima cosa che le dite è “scusa, non possiamo aprirti il conto perché la compliance non capisce cosa fai“, allora chiudete tutto e tornate a vendere francobolli e liquori ai turisti.

Quindi sì, oggi voglio essere ottimista. La legge c’è, la visione politica (bipartisan, incredibile!) sembra esserci. Ma il mio champagne resta in frigo. Lo berrò solo quando vedrò una banca del Titano posare la calcolatrice a nastro e decidere di entrare nel 2025. Fino ad allora, il rischio che questa Sandbox diventi solo una bellissima scatola vuota è alto. E di scatole vuote, le antiche cisterne del Pianello, credo siano già piane…

Enrico Lazzari