L’ondata di cyberattacchi che sta colpendo il settore turistico italiano non si arresta. Dopo il caso di Milano Marittima, anche una struttura ricettiva di Rimini è finita nel mirino degli hacker: sarebbero stati trafugati più di 20mila documenti di identità dei clienti.
Il materiale rubato è finito sul dark web, alimentando un mercato illegale che, secondo le segnalazioni, continua ad aggiornarsi di ora in ora. A monitorare la situazione è l’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid), che ha confermato l’allarme con una comunicazione ufficiale, parlando di un rischio senza precedenti per il comparto alberghiero e per i dati personali dei viaggiatori.
Il caso di Rimini si aggiunge dunque a quello già noto della Riviera romagnola, in un contesto che mette in evidenza la vulnerabilità del settore turistico, bersaglio privilegiato di chi punta a ottenere guadagni attraverso la vendita illecita di informazioni sensibili.
L’allarme lanciato dall’Agid lascia intendere che la conta dei file sottratti sia destinata a crescere e che altre strutture possano essere coinvolte. Per il turismo, in piena stagione estiva, si tratta di una minaccia capace di minare la fiducia di chi sceglie la Riviera come meta delle proprie vacanze.